Rinomata per la limpidezza delle sue acque, il torrente conosciuto come la Turrite Secca si dipana lungo un percorso interno alle Alpi Apuane dando vita ad una delle vallate più spettacolari della Garfagnana, conosciuta dagli automobilisti che dalla Versilia raggiungono Castelnuovo Garfagnana passando per la Galleria del Cipollaio. All’inizio del suo corso, lungo i fossi del Fatonero e dell’Anguillaia, la Turrite presenta le caratteristiche “Marmitte dei Giganti”, dei grandi cilindri in pietra probabilmente risalenti al periodo di Wurm, ovvero all’ultima fase dell’era glaciale. Sebbene danneggiate dal lavoro delle cave vicine, questi pozzi colpiscono ancora la fantasia di chi le guarda grazie alle loro dimensioni e la forma circolare-ellittica delle pareti. Più a valle, ai piedi del monte Corchia ci si imbatte invece nella Torbiera di Faciomboli, altrimenti conosciuta come Padule di Faciomboli, un ambiente umido ed acquitrinoso unico nel suo genere, che si è sviluppato dall’emersione di alcuni sorgenti in un ambiente roccioso con alterne proprietà permeabili e impermeabili. La Torbiera è ricca di specie vegetali molto particolari, tra cui alcune rare orchidee e le piante carnivore. Da qui parte il Canale delle Fredde, affluente della Turrite Secca. In direzione di Castelnuovo Garfagnana, la Turrite presenta interessanti fenomeni carsici come inghiottitoi e risorgenze. Nei pressi della Pollaccia si incontra il lago artificiale dell’Isola Santa , uno specchio lacustre immerso nel verde, su cui si affaccia un borghetto di rara bellezza recentemente restaurato. Questo agglomerato era un luogo già attivo in epoca medievale: esisteva infatti tra queste case l’Hospitale di San Jacopo, punto di riferimento per i viandanti e i pellegrini che dalla Garfagnana si muovevano verso la Versilia. Il percorso lungo la Turrite si conclude a Castelnuovo Garfagnana nelle acque del Serchio, come ci ricorda anche l’Ariosto, "...dove da diversi fonti / Con eterno rumor confondon l'acque / La Turrita col Serchio fra due ponti" (Ariosto, Satira V). Prima di abbandonare il corso del torrente si deve però far visita al caratteristico Mulino del Riccio, un edificio tipico della zona, che si presenta ancora in un buono stato di conservazione.
Cultura/ARTICOLO
La Valle della Turrite Secca, tra marmitte e piante carnivore
Lo straordinario paesaggio dell’affluente del Serchio e le particolarità di questa parte delle Apuane
