Zanele Muholi, fotografa sudafricana che si occupa da anni dei problemi degli omosessuali e che a ricevuto riconoscimenti per il suo contributo allo studio della sessualità in Africa, dopo aver esposto in Nigeria, al Centre for Contemporary Art di Lagos, alla Kunsthalle di Vienna, ad Arnhem, in Olanda, al Museum voor Moderne Kunst, al Museion di Bolzano, alla Biennale dell'Avana, al Fowler Museum di Los Angeles, è ora in Toscana ospite del Florence Queer Festival.
In occasione del suo decimo compleanno, il Festival Queer organizza infatti una mostra di Zanele Muholi al Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, che inaugura mercoledì 24 ottobre per rimanere aperta fino al 18 novembre.
In mostra la produzione della fotografa sudafricana, omosessuale, dedicata a combattere e denunciare razzismo, sessismo, lesbo/omo/transfobia e violenza di genere, coniugando la produzione artistica con l’impegno politico e dando vita a quello che lei stessa definisce “attivismo visuale”.
Zanele Muholi ha documentato con la sua opera gli “stupri correttivi” di lesbiche praticati soprattutto nei confronti delle nere e di quelle più povere tra loro, crimini d’odio tacitamente accettati dalla maggior parte della popolazione. Recentemente i suoi lavori sono stati esposti a dOCUMENTA 13, la celebre manifestazione d’arte contemporanea di Kassel.
Durante il Festival sarà presentato anche il documentario diretto dall’artista con Peter Goldsmid, Difficult Love (dal 26 al 31 ottobre – saletta specchi cinema Odeon Firenze), in cui Zanele Muholi descrive la sua arte militante: fotografie che denunciano l'omofobia, la povertà, i conflitti pubblici e privati di un Paese tra tradizione e modernità. La mostra è realizzata in collaborazione con il Some Prefer Cake Lesbian Film Fest di Bologna.