Un sistema di garanzie per il futuro dei giovani in Europa. La proposta, sotto forma di un articolato documento, è arrivata al termine di una intensa due giorni di lavoro sulle politiche giovanili da parte delle Regioni e delle comunità locali partner del progetto europeo One Step Ahead e che ha coinvolto Baden-Wüttemberg, Governo Basco, Styria, Galles, Jamtland, Catalogna, Andalusia, Provincia di Livorno, Region Syddanmark, Rheinland-Platz, Oblastna Administracia Vidin, Västra Götaland.
A presentarla, nelle sue conclusioni oggi a Palazzo Strozzi Sacrati, è stato l’assessore alle attività produttive lavoro e formazione Gianfranco Simoncini, che ha ricordato come, in tutta Europa, le politiche per l’apprendimento, la formazione l’inserimento lavorativo dei giovani devono essere poste con forza al centro delle attenzioni e delle politiche di Unione Europea, Regioni, Governi nazionali e locali.
"Si tratta di un’emergenza - ha spiegato - ben testimoniata dai dati, che mediamente vedono in Europa un giovane su quattro senza un lavoro e solo in tre paesi (Austria, Damimarca, Olanda) un tasso di disoccupazione giovanile inferiore al 10%. I giovani, ha ricordato l’assessore, sono stati la prima vittima della crisi, negli ultimi quattro anni si è assistito ad una crescita esponenziale dei senza lavoro fra i 15 e i 24 anni e anche di coloro che non lavorano ma non sono nemmeno dentro un percorso formativo(Neet). In Toscana la questione è stata affrontata di petto dalla Regione, con il Progetto Giovanisì, cercando di correggere alcune distorsioni come l’uso improprio dei tirocini formativi, o la riaffermazione dell’apprendistato come forma di ingresso principale nel mercato del lavoro, e con la legge per l’imprenditoria giovanile".
Per quanto riguarda l’Europa, l’assessore si è detto preoccupato per le ipotesi di budget previste per i nuovi fondi di coesione, auspicando che il confronto possa portare ad un aumento delle risorse per le politiche di sviluppo, rafforzando ulteriolmente quelle giovanili. Quanto ai governi nazionali, l’Italia non si è fino ad oggi dimostrata troppo attenta: sarà un tema che il nuovo governo dovrà riprendere con forza.
Dare nuove opportunità ai giovani significa, da parte del sistema pubblico, dare una risposta in termini di garanzie, di tutela, di aiuto a cogliere tutte le occasioni di occupazione che oggi esistono: è quanto emerge anche dal confronto delle esperienze di diverse realtà regionali, dai Paesi Baschi alla Stiria, dalla Catalogna al Baden Wuettemberg, che hanno costruito modelli di formazione, lavoro e autonomia dei giovani.
Il documento, che sarà presentato alla Commissione europea entro marzo, ruota attorno al tema dell’investimento sulle competenze, il contrasto dello svantaggio attaverso percorsi individualizzati, l’inserimento nel mercato del lavoro attraverso sostegno al reddito e incentivi fiscali, il supporto alla creazione di un progetto di vita autonomo e promozione della cultura dell'auto-imprenditorialità.
La parola d'ordine è quella di puntare sull'individuo, per valorizzare le capacità, le aspettative e i talenti dei giovani in Europa.