Salute/ARTICOLO

L’eccellenza della Galenica Clinica delle Scotte

L’area galenica del policlinico Santa Maria alle Scotte è una delle strutture più all’avanguardia in Italia

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Cosa si intende con il termine galenica? Etimologicamente la galenica era l’antica arte di preparare farmaci e rimedi a partire da erbe e sostanze farmaceuticamente attive, già presenti in natura. L’evoluzione della scienza e della tecnologia ha trasformato il concetto di galenica in quello più moderno di galenica clinica, intesa come efficace risposta a una specifica esigenza clinica. L’area galenica del policlinico Santa Maria alle Scotte, una delle strutture più all’avanguardia in Italia, è costituita da 6 laboratori, 4 per la galenica sterile e 2 per quella non sterile, organizzati per la preparazione di farmaci personalizzati, vale a dire preparazioni che vengono elaborate per specifiche esigenze cliniche, non altrimenti risolvibili dalla produzione farmaceutica industriale, caratterizzata invece da un alto livello di standardizzazione.
“Le tipologie di farmaci – affermano i dottori Maria Grazia Rossetti, responsabile dell’Area Galenica del policlinico senese e Silvano Giorgi, responsabile della Qualità dell’area stessa – che produciamo, riguardano dosaggi personalizzati, come quelli pediatrici, medicinali cosiddetti “orfani”, finalizzati al trattamento di malattie rare e commercialmente poco remunerativi, miscele nutrizionali parenterali, campioni sperimentali e chemioterapici antiblastici, per un totale di oltre 40 mila preparazioni all’anno”.
La gestione e l’organizzazione che seguono la preparazione di questi farmaci è peculiare, in quanto l’intero processo, eseguito da personale medico-sanitario dedicato e altamente specializzato, avviene nel rispetto di rigide procedure operative, in un ambiente costantemente controllato e completamente informatizzato”. In particolare l’elemento innovativo è rappresentato dall’impiego di un sistema informatico di gestione delle fasi di prescrizione, allestimento e somministrazione dei chemioterapici antiblastici che, in base alla terapia indicata, incrocia il codice a barre della prescrizione con quello del paziente, e dell’infermiere che esegue la somministrazione, verificandone la corrispondenza. In tal modo ci si accorge immediatamente se c’è un’inesattezza e si evitano danni al paziente. “Questo tipo di organizzazione procedurale – concludono i farmacisti - permette grandi vantaggi in termini di controllo del rischio clinico, efficienza e tracciabilità dei farmaci allestiti e garantisce quindi una maggiore sicurezza e una consistente riduzione dei costi”.


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