Cultura/ARTICOLO

L'eleganza nell'arte di Cristiano Banti Il pittore macchiaiolo a Montemurlo

Fino al 4 maggio una grande mostra che ripercorre le tappe salienti dell'attività del pittore e collezionista toscano

/ Costanza Baldini
Mar 11 Marzo, 2014
L’eleganza nell’arte di Cristiano Banti

Montemurlo rende omaggio al pittore macchiaiolo Cristiano Banti (1824-1904) con una mostra che ripercorre i momenti più importanti della sua attività. L’esposizione, allestita nella sacrestia e nell’oratorio della Pieve di San Giovanni Battista Decollato, si articola in tre sezioni.
La prima
desidera attirare l’attenzione su un lato di Cristiano Banti di primaria importanza nel suo percorso culturale, e cioè quello di collezionista. Banti, infatti, allestì una raccolta di opere d’arte mirante a documentare il vero e proprio rinascimento operato dalla rivoluzione della “macchia”. La seconda sezione presenta una serie di materiali ancora conservati presso gli eredi Banti (fotografie, lettere, taccuini), capaci di illuminare il laboratorio mentale dell’artista e di documentare l’ambiente in cui si trovò ad operare; inoltre, in questo contesto, verrà presentata un’antologia della produzione grafica del pittore.
La terza sezione è costituita da una ventina di dipinti di Banti, scelti con la finalità di illuminare tutta l’ampiezza, cronologica e culturale, del suo percorso: dagli anni Cinquanta dell’Ottocento, quando l’artista esordì ancora all’interno della pittura di storia romantica, fino alla fine del secolo, quando le sue tipiche scene agresti si colorano di suggestioni simboliste e giapponiste.

Cristiano Domenico Banti (1824-1904), nacque a Santa Croce sull’Arno e soggiornò a lungo a Montemurlo (provincia di Prato), nella splendida villa “Il Barone”, principesca residenza di campagna, lasciatagli in eredità dalla marchesa Maria Ottavia Vettori, sua protettrice. Figura di notevole importanza nella pittura italiana ottocentesca, Banti riceve una prima educazione accademica all’Istituto d’Arte di Siena, dove studia sotto la guida di Francesco Nenci. Nel 1854 Cristiano si sposa con Leopolda Redi, dalla quale avrà nove figli e si trasferisce a Firenze. Qui entra in contatto con un gruppo di artisti che frequentano il Caffè Michelangelo e stringe amicizia in particolare con Altamura, Signorini, Cecioni e Cabianca, grazie ai quali passa dalla fase della pittura accademica a quella realistica. La famiglia Banti soggiorna frequentemente nella villa del Barone, dove ospita amici e artisti meno abbienti e Cristiano inizia a dipingere con loro “en plein air” nella campagna montemurlese. Più tardi diverrà molto amico del giovane Boldini, che ritrasse lui e i suoi figli in una serie di deliziosi piccoli ritratti, oggi in parte conservati nel lascito Banti alla Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti a Firenze. I dipinti di Banti prediligono soggetti di vita contadina, animati per lo più da figure femminili, usando una tecnica pittorica molto raffinata, con delicati tocchi del pennello che tentano di definire meglio la luce creando un rapporto tra i toni e ponendo l’accento sul colore. Non pressato da motivazioni economiche, e assai ipercritico nei riguardi della propria produzione, Banti espose raramente le proprie opere in mostre pubbliche. Fu appassionato collezionista e prezioso mecenate degli amici macchiaioli, ma anche di pittori di differenti orientamenti. Muore ottantenne a Montemurlo e le sue spoglie sono sepolte nella cappella della villa del Barone.

Pieve di San Giovanni Decollato
Piazza Castello - Rocca di Montemurlo - Prato
1° marzo - 4 maggio 2014
Prenotazioni: 366.2431344 - 0574.558566 - 558567
www.cristianobantimontemurlo.com
promo.cultura@comune.montemurlo.po.it

Biglietto
euro 5,00 intero
euro 10,00 ingresso + visita guidata ogni domenica, il 21/04 e il 25/04
alle 15,30 e alle 17 (per gruppi di max 20 partecipanti).
Il 9/03 e il 6/04 visite guidate a cura di Vincenzo Farinella, curatore della mostra
euro 4,00 ridotto per gruppi (minimo 10 persone)
scuole extra comunali euro 25,00 a classe
gratuito: scuole territorio comunale, accompagnatori di gruppi 10 persone, giornalisti con tesserino, under 6, disabili con accompagnatori, guide turistiche.
Possibilità di visita con interprete Lis - Lingua italiana dei segni.
Aperture straordinarie su prenotazione per gruppi di minimo 5 persone.
Visite guidate (escluse quelle domenicali) su prenotazione per gruppi e scolaresche.
Parte del ricavato della mostra sarà devoluto al restauro dell’oratorio della pieve.

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