"Prima eravamo sempre preoccupati per i problemi provocati dalla crescita. Ora che abbiamo imboccato la strada della sostenibilità, le nostre possibilità sembrano infinite". È con queste parole che Le Tuan Anh, vicedirettore commerciale dell'Ente nazionale per il turismo del Vietnam, descrive il successo ottenuto dal proprio paese grazie al programma dell'Unione Europea per un turismo socialmente ed ecologicamente responsabile.
Un progetto nato per affrontare e risolvere situazioni critiche esattamente come quella in cui si è ritrovata la nazione vietnamita, dove la fortissima affluenza turistica - aumentata sensibilmente dal 2010 al 2013 - ha rischiato di degradare pesantemente le mete più ambite, oltre che la qualità degli ambienti circostanti.
"Facevamo fatica a controllare la folla e a tenere in piedi infrastrutture come i moli dei traghetti e i sentieri per le grotte e i punti panoramici - dice Anh - abbiamo anche notato che c'era più sporcizia nell'acqua e iniziavano a manifestarsi piccoli episodi di attrito tra i visitatori e le comunità locali".
Attraverso l’adesione all’iniziativa comunitaria, la strategia di marketing turistico del Vietnam è stata completamente modificata, oggi indirizzata non solo al mero incremento del numero di turisti, ma anche alla cura del territorio e dei risvolti sociali.
"Promuovendo con attenzione gli aspetti naturalistici e culturali della nostra offerta, non solo contribuiamo alla conservazione del nostro patrimonio, di cui siamo fieri come paese, ma conferiamo anche un nuovo valore economico all'ambiente e alla cultura degli abitanti”, afferma Ahn.
Una filosofia che si riflette pienamente nell’attuale versione del logo del turismo nazionale, rappresentante un vivace fiore di loto che spunta dalla parola “Vietnam”.
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