Made in Toscana/ARTICOLO

L'industria toscana reagisce L'export traina l'economia

Sono sempre di più le aziende attive sul mercato internazionale: tutti i numeri presentati in una tavola rotonda che univa il mondo produttivo, le banche e le istituzioni

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
La crisi c’è ancora ma il sistema produttivo toscano sta reagendo e l'industria della nostra regione si è mostrata più dinamica e capace di riposizionarsi sui mercati internazionali rispetto alla media del paese. A dirlo sono i numeri dell’indagine “Industria toscana. La crisi dei mercati e le reazioni” realizzata dal Met (Monitoraggio, economia, territorio) e presentata ieri in Regione nell’ambito delle attività del Por Creo Fesr 2007-2013. Nell’esposizione dei risultati fatta dall’economista Raffaele Brancati, emerge un territorio dove, con l’eccezione del primo anno di crisi, sono sempre di più le aziende che operano sui mercati internazionali: nel 2011 erano il 23% ,a fronte di una quota nazionale ferma al 17,8%. Dopo il calo del 2009, tornano ad aumentare le imprese impegnate in attività di ricerca e sviluppo (6,3% del totale delle imprese industriali nel 2011). In tema di agevolazioni pubbliche, nell’ultimo biennio di rilevazione (2010-11), il 51,6% delle risorse elargite è andato a finanziare progetti di ricerca e sviluppo, una quota ben superiore a quella nazionale (38,9%).

E’ da questo contesto che ha preso le mosse la tavola rotonda, introdotta e conclusa dall’assessore alle attività produttive Gianfranco Simoncini,
che ha visto la partecipazione, ai massimi livelli, di tutte le componenti del mondo produttivo e creditizio: un intenso dibattito cui hanno partecipato Alessandro Profumo (MPS), Alessio Gramolati (CGIL), Vincenzo Poerio (Azimut Benetti), Angelo Riccaboni (Università di Siena), Valter Tamburini (Cna Toscana). Un dibattito che non ha avuto il senso di un incontro simbolico ma di una reale volontà di unire le forze per uscire insieme dalla crisi e innescare in Toscana un solido e duraturo sviluppo.
“Se il dinamismo delle piccole imprese trova un freno nella dimensione ridotta, è necessario puntare su reti, filiere, strumenti che aiutino ad aumentare la capacità di fare sistema - ha sottolineato Simoncini - in altre parole di fare massa critica per reggere sui mercati internazionali. E’ in questo quadro che grande industria e piccola e media possono crescere insieme”.
Lo dimostrano, ricorda ancora Simoncini, esempi virtuosi e tutti toscani, come la filiera che fa capo ad Azimut Benetti di cui ha parlato l’amministratore delegato dei cantieri Vincenzo Poerio, ma anche come la filiera della pelle e dell’abbigliamento, cresciuta in questi anni nonostante la crisi.

Alla tavola rotonda il sistema bancario era rappresentato dal presidente di MPS Alessandro Profumo che ha voluto sottolineare quanto anche la ricerca Met ha messo in luce, ovvero un comportamento mediamente “più generoso” delle banche toscane rispetto a quello del resto del paese nei confronti di imprese che presentano, tuttora, una “struttura finanziaria non ottimale”. Risultati significativi, ha puntualizzato a questo proposito Brancati, sono stati raggiunti sul fronte finanziario. “La Toscana, anche grazie alla concessione di garanzie e altre forme di sostegno al credito anche da parte della Regione, si distingue per una stretta creditizia più contenuta rispetto a quanto osservato in altre regioni”.
Quanto agli strumenti in campo e alle ricette future, Simoncini ha ribadito nelle sue conclusioni che la Toscana fa sì la sua parte (“lavoro e sviluppo sono priorità assolute anche nella preparazione del bilancio 2013”), ma con le difficoltà crescenti legate ad un bilancio sempre più penalizzato dai tagli (su 1 miliardo e 200 milioni di risorse libere, si prevede un ulteriore taglio di circa 350 milioni). Ma non è tutto. Accanto agli incentivi e alle misure per tenuta sociale (sostegno al reddito e garanzie al credito) e crescita competitiva dell’economia, si sta lavorando per garantire un adeguato flusso finanziario anche per il prossimo periodo dei fondi europei, che continueranno ad essere essenziali per il finanziamento delle politiche per lo sviluppo. “Ma tutto questo non basterà se non verrà accompagnato da una politica industriale da parte del governo, che non può puntare solo sul rigore ma dovrà, nei tempi più brevi possibili, agire con iniziative e strumenti per favorire la ripresa”.