Ambiente/ARTICOLO

Lo spettacolo della natura nella prima area protetta del Chianti

Percorsi e sentieri attrezzati, pannelli e cartine informative tra i boschi di Badia a Passignano alla scoperta di animali rari tra le oltre cento specie censite

/ Redazione
Lun 4 Aprile, 2016
Picchio Rosso Minore

Presenze contemporanee e tracce del passato raccontano la lunga vita dei boschi di Badia a Passignano, la prima area naturale del Chianti dove storia, arte e natura si intrecciano e convivono armoniosamente, testimoni e protagonisti di una terra dall'identità e dalla tradizione millenaria. I colori e il canto del picchio più piccolo d'Europa, il volo imponente dell'aquila Biancone, i profumi e i colori del Maggiociondolo, le acrobatiche evoluzioni del topo quercino che tra i rami di betulla si mimetizza come un vendicatore mascherato. Per arrivare, in un crescendo di dimensioni e un viaggio à rebours nel tempo, al primitivo Mastodonte, parente lontano dell'elefante, vissuto tra i 4 milioni e i 10mila anni fa, nel Pliocene e Pleistocene. Animali appartenenti a specie rare che fanno capolino e raccontano le antichissime origini dalla prima area naturale protetta del Chianti. È l'area di Badia a Passignano che il Comune di Tavarnelle, grazie al contributo della Regione Toscana, ha appena inagurato.

Nei 364 ettari complessivi che costituiscono il patrimonio naturalistico di Badia a Passignano e Poggio al Vento sono numerose le specie animali e vegetali legati alla biodiversità. L'area si sviluppa intorno ad un fulcro spirituale e culturale che ha più di mille anni: il monastero di Badia a Passignano, dove è custodito il monumentale Cenacolo di Domenico Ghirlandaio appena restaurato, legato alla figura di San Giovanni Gualberto, fondatore dell'ordine e primo ambientalista d'Italia, che oggi protegge i forestali della penisola. Fu il santo a realizzare la prima area naturale nel 980, coltivando e ripulendo i boschi di Badia secondo le regola benedettina. “La storia – commenta il sindaco David Baroncelli - testimoniata dal legame profondo con un illustre inquilino, San Giovanni Gualberto, che di quei boschi, spazi unici per la preghiera, oltre mille anni fa si prese cura coltivando spirito e natura, si ripercorre anche attraverso la presenza di tracce di vari complessi rurali di origine medievale che appartenevano all’antica organizzazione vallombrosana, quella fondata dal santo. Il presente è la vita nel bosco, che nasce, si sviluppa, prolifera nella ricchezza del biosistema radicato nell’area protetta di Badia”.

Con il contributo della Regione Toscana il Comune di Tavarnelle ha creato e valorizzato sul piano turistico, culturale e ambientale l'intera area con una rete sentieristica, corredata di pannelli e totem informativi, l’elaborazione e la pubblicazione dei primi due quaderni scientifico-culturali che mettono in evidenza lo studio realizzato in collaborazione con l'Università di Firenze sulla flora e sulla fauna presente nell'area. Il lavoro fa emergere la presenza del picchio più piccolo d'Europa, il Picchio Rosso Minore, e altre specie di animali rari come il topo moscardino e il topo quercino. “Un mosaico di vite – spiega l'assessore all'Ambiente Marco Rustioni - una commistione di micromondi che ci fa scoprire la presenza inedita di animali rari e di particolare interesse scientifico e gestionale. Nell’area di Badia sono oltre cento le specie di animali, tra mammiferi e uccelli censiti dal biologo Marco Lebboroni, esperto di ecosistema chiantigiani. Una biodiversità particolarmente eterogenea che annovera anche sul fronte della flora delle specie particolari che parlano del passato di Badia e di come un tempo il clima fosse meno temperato e vicino alle caratteristiche degli ambienti simili a quelli appenninici".