La produzione di olio, di cereali e il florovivaismo sono in crisi. La produzione di vino aspetta un rilancio. Hanno buone prospettive di mercato la zootecnia, l'ortofrutta, la produzione di pomodori e gli agriturismi. Questa la fotografia scattata sullo stato di salute dell'agricoltura da Cia Toscana. L'analisi è stata presentata ieri all'assemblea regionale elettiva che ha scelto come nuovo presidente Luca Brunelli, 39enne imprenditore vitivinicolo di Montalcino.
OLIO E CEREALI – L'olivicoltura e la cerealicoltura sono in grave difficoltà. Il mix esplosivo è composto da due fattori: costi di produzione che salgono di continuo, prezzi in discesa libera. Serve uno sforzo straordinario di pubblico e privato per risollevare il settore. Fra le proposte per l'olio: meccanizzare la conduzione degli oliveti, ristrutturare gli impianti produttivi, valorizzare gli scarti dei frantoi a fini energetici e agronomici. Ma ci vogliono anche nuovi rapporti con il sistema distributivo e commerciale rafforzando l’aggregazione del prodotto, tracciabilità e certificazione della qualità sia per l'olio che per i cereali.
FLOROVIVAISMO – E' uno dei settori che ha più risentito della crisi economica. Il comparto ha subìto un duro colpo dall'aumento dell'accisa sul gasolio Vanno male il fiore reciso e il verde ornamentale. I prezzi sono calati del 20%. Calano i consumi e non ci sono buone prospettive per le esportazioni. Positiva – secondo la Cia Toscana - la legge regionale capace di delineare politiche e strategie a tutela e sostegno del settore vivaistico. Ora serve un piano regionale inteso come vera e propria programmazione che impegni tutto il sistema: smaltimento rifiuti e scarti verdi; risorse idriche; costi energetici; innovazione e formazione; associazionismo di prodotto; rafforzamento del distretto vivaistico nella funzione di promozione dei servizi collettivi.
VINO – In Toscana 62mila ettari di terreno sono coltivati a vite. Di questi, oltre 37mila e 500 sono di origine Doc e Docg. Cia Toscana segnala che gli impianti vitati sono da ristrutturare, i sistemi produttivi vanno innovati così come i processi di filiera e la ricerca di nuovi mercati. C'è bisogno anche di migliorare il sistema dei controlli per dare più trasparenza.
ZOOTECNIA – Gli allevatori soffrono di costi di produzione al rialzo e chiedono maggiore sostegno alle aziende sulla tracciabilità dei prodotti. Va bene la razza Chianina. La Cia Toscana ha presentato alcune proposte. La tutela dell’origine e della qualità della carne Chianina secondo il sistema di tracciabilità del Consorzio Igp del Vitellone dell’Appennino dell’Italia Centrale, per l’identificazione del prodotto e per garantire l’origine e l’assenza di Ogm. Facilitare lo sviluppo degli allevamenti con la realizzazione di strutture mobili e temporanee.
ORTOFRUTTA – Cia Toscana chiede il rafforzamento della filiera: programmazione e sviluppo produttivo, apertura di canali commerciali nuovi per la collocazione delle produzioni locali, forme contrattuali che garantiscano maggiormente prezzi e il conseguente reddito per i produttori. Fra le proposte: la diffusione di frutta e verdura legati a salute ed educazione alimentare; potenziare la filiera locale che poi vuol dire più lavoro e occupazione nell’indotto territoriale; incrementare la filiera corta per evitare troppi spostamenti di merci.
AGRITURISMO – Il comparto è il fiore all'occhiello della Toscana. Sono 4.085 le aziende agrituristiche in Toscana per 52.809 posti letto in camere o appartamenti. Fra le proposte: la Regione adotti in fretta i regolamenti attuativi relativi ad attività didattiche, divulgative ed attività sociali e di servizio per le comunità locali, è urgente l’adozione da parte della Giunta di linee guida su macellazione in azienda, controlli e barriere architettoniche, si chiede anche una fiscalità locale che riconosca il ruolo positivo della multifunzionalità.