Cultura/ARTICOLO

L’Opificio riproduce un prezioso tavolo della Manifattura medicea

Sarà esposto all’interno della Prima Sala del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure

/ Costanza Baldini
Mar 10 Dicembre, 2013
Opificio delle pietre dure
L'Opificio delle pietre dure di Firenze ha compiuto un'opera straordinaria realizzando l'esatta riproduzione di un piano di tavolo in pietre dure e tarsia marmorea secondo le sitruzioni dell'eredità della Manifattura medicea il laboratorio artistico fondato dai Medici nel 1588. L’opera è stata realizzata nei laboratori di Mosaico e commesso in pietre dure in via degli Alfani.

L'idea nasce da un ambizioso progetto pensato a scopo didattico e portato a termine dagli esperti del laboratorio. La produzione di manufatti in pietre dure di alto prestigio già nella seconda metà dell’Ottocento permise di evitare la prospettata chiusura dell’Istituto che, dopo l’Unità d’Italia e la conseguente fine del Granducato, aveva perduto la sua natura di manifattura di corte. Questa attività viene ripresa oggi per mantenere viva una tradizione artistica che fa parte del patrimonio irrinunciabile dell’Opificio ma anche della grande tradizione fiorentina, altrimenti a rischio di estinzione.

Come ha messo in evidenza il Soprintendente Marco Ciatti “la realizzazione di quest’opera dimostra il livello d’eccellenza dell’Istituto e dei diplomati della sua scuola anche in questo particolare campo di attività e conferma come l’antica tradizione dell’Opificio riviva negli attuali studi delle tecniche artistiche, che costituiscono la premessa fondamentale per una conservazione consapevole”. Il modello e il pregio dei materiali utilizzati Il piano di tavolo che l’Opificio presenta è stato eseguito con grande maestria partendo da un modello di fine Cinquecento appartenente alle Collezioni medicee e oggi conservato al Museo degli Argenti, dal quale è stata ripresa la composizione decorativa a motivi astratti.

Come ha ben spiegato Annamaria Giusti che ha seguito da vicino la realizzazione dell’opera, “i materiali sono stati scelti sulla falsa riga del modello del Museo degli Argenti, ma variandone qualità e cromia in rapporto alla disponibilità delle pietre, ma anche e soprattutto al gusto cromatico degli artefici che di questi lavori erano e sono non solo esecutori, ma anche interpreti creativi del modello pittorico”. La realizzazione Il tavolo misura complessivamente 110 x 110cm e ha uno spessore di 6 cm. Per il piano di fondo è stata utilizzata una lastra di marmo bianco di Carrara sulla quale è stato riportato a matita il disegno ricavato dal modello preso a riferimento.

Con scalpello e mazzuolo secondo la tradizionale tecnica della scultura, sono stati realizzati gli “scassi” delle zone destinate ad accogliere gli intarsi di marmi policromi, lasciandone a vista i “cigli” ovvero i sottili profili bianchi che definiscono il disegno decorativo
. Ogni tarsia di marmo è stata eseguita a mano, utilizzando gli strumenti e la tecnica del “commesso fiorentino” per poi essere incassata nel piano appositamente preparato. La modanatura “a becco di civetta” tipica di molti tavoli cinquecenteschi è stata ottenuta scalpellando la lastra di marmo di fondo. Una lucidatura manuale dell’intero piano ha consentito di donare all’opera la giusta lucentezza e modulazioni cromatiche appropriate.

A fine lavoro, sotto il piano marmoreo, è stata scalpellata la scritta “Opificio delle Pietre Dure 2012”. La mostra Il nuovo piano di tavolo potrà essere apprezzato in tutta la sua bellezza, fino al 3 maggio 2014, all’interno della prima Sala del Museo dell’Opificio, “una sistemazione, -­ come ha voluto ribadire la direttrice del Museo Clarice Innocenti ‐ che intende mettere in risalto la corrispondenza e la continuità tra passato e presente attraverso la coerenza delle tecniche e dei materiali. La prima sala ospita infatti le opere più antiche del museo, a cui si collegano la tecnica e la scelta del modello per il nostro tavolo”. Anche quest’opera, come altre similari nel passato, attende un destinatario in grado di apprezzarne l’eccellenza.