Cultura/ARTICOLO

Lucca città romana

Un’importante snodo viario in una posizione cruciale per le sorti dell’Impero

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013

Le prime notizie della colonia romana di “Luca” risalgono al 180 a.C., nel periodo che vide la sconfitta dei Liguri Apuani, già alleati dei cartaginesi nella II guerra punica. La città venne dunque fondata per motivi difensivi, in contrapposizione alla popolazioni di ceppo celtico che abitavano le alture limitrofe e la Pianura Padana. Lucca venne munita di una cortina muraria di circa 2700 metri e come tutte le città romane trovò il suo orientamento viario nelle direttrici Nord Sud (le attuali via Cenami e Fillungo) ed Est – Ovest (via San Paolino e via Roma). Il foro della città, si può situare nell’antica piazza San Michele, detta appunto “in Foro”, dove oggi si erge la superba cattedrale di San Michele. Lucca si qualificò fin da subito come un importante snodo viario tra la Cassia Clodia e l’Aurelia. Dopo il periodo delle guerre civili la città venne rifondata da Augusto: vennero eretti il teatro, le cui vestigia sono ancora visibili nei pressi dell’attuale chiesa di Sant’Agostino, e vennero riordinate le mura e il campidoglio. Uno dei monumenti più importanti della Lucca romana fu sicuramente l’anfiteatro (II secolo d.C.), il cui perimetro è ancora visibile nell’omonima piazza che per secoli è stata sede del mercato delle vettovaglie. Dopo gli splendori dei primi secoli dell’impero, Lucca cominciò a perdere di importanza finché nel IV Secolo i romani non decisero di istallarvi un’importante fabbrica di armi. Tra i ritrovamenti più recenti del periodo romano ci sono da segnalare quello dei resti della Porta Orientale, costituiti da blocchi di calcare da una tonnellata. Nella zona Ovest della città è stata invece rinvenuta una parte consistente della mura e di un grande edificio dotato di pozze e vasche artigianali, che servivano probabilmente per un opificio tessile. Molti dei reperti romani di Lucca sono conservato nella sezione archeologica del Museo di Villa Guinigi.