Potrebbe arrivare entro la settimana sul tavolo del commissario Piero Nardi l'offerta di Cevital per le ex-acciaierie Lucchini. Il gruppo algerino dovrebbe essere alle battute finali nell'elaborazione del documento. Anche se – è bene ricordarlo – il giudizio finale sulle intenzioni messe nero su bianco dal presidente Issad Rebrab, spetterà al ministero dello Sviluppo economico.
La gara, però, vede in campo un altro contendente, la multinazionale Jsw Steel del magnate indiano Jindal, che è qualche passo avanti rispetto agli algerini. Qui l'offerta è già arrivata, ma il Comitato di sorveglianza l'ha rimandata temporanemanete al mittente con al richiesta di ulteriori chiarimenti. Ancora non si conosce quale sia stata la reazione di Jindal.
Intanto gli algerini vanno avanti nei loro propositi. Hanno illustrato il piano industriale, almeno nelle sue parti principali, al sindaco di Piombino Massimo Giuliani e ai sindacati. L'idea è quella di mettere in piedi un nuovo laminatoio e l'uso del preridotto. Ovviamente ha un ruolo centrale anche il tema dell'energia. Pare siano stati presi contatti diretti con Enel.
Ma non è chiaro che fine faranno i 3mila lavoratori, indotto compreso, che girano attorno alle acciaierie. Voci di corridoio affermano che il presidente di Cevital sarebbe pronto ad assumere gran parte degli attuali occupati, lasciando in mobilità o in cassa integrazione gli esuberi iniziali. Questi ultimi sarebbero richiamati al lavoro quando saranno realizzati i due forni elettrici. Tempi: un anno e mezzo per il primo e 24 mesi per il secondo.
C'è anche l'idea di mettere in piedi un polo dell'agroalimentare, la principale vocazione di Cevital, che potrebbe godere della nuova piattaforma logistica del porto. Ma sono tutte ipotesi. Al momento il primo banco di prova è la presentazione a Nardi dell'offerta per la Lucchini.