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Lucchini, il futuro si complicaGuai giudiziari per al Habahebh

Le rivelazioni del Sole24Ore sul passato dell'imprenditore alla guida di Smc complicano la situazione. La società araba rimane comunque in corsa per l'acquisto assieme al fondo svizzero Klesch

/ Redazione
Sab 22 Marzo, 2014
lucchini

Il futuro delle acciaierie Lucchini di Piombino diventa una matassa sempre più difficile da dipanare. A complicare la situazione sono i guai giudiziari di Khaled al Habahbeh, l'imprenditore di origine giordana alla guida di Smc, la società che ha fatto la proposta di acquisto più convincente perché è l'unica che dice di garantire anche i livelli occupazionali attuali.

Il Sole24Ore ha rivelato l'inquietante passato Usa di al Habahbeh: 33 mesi di carcere dal 2001 per truffa bancaria e traffico di metanfetamine, forse per finanziare Hezbollah. Accuse che pesano come un macigno e che fanno cadere dalle nuvole il segretario regionale della Cgil Alessio Gramolati: “Benissimo che la stampa faccia il suo mestiere. Ma è singolare che arrivi prima di un governo a cui da mesi chiediamo di fare la sua istruttoria senza interferire nella procedura”.

Il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti ha ricevuto ieri il commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, che "gli ha riferito lo stato di avanzamento della procedura a evidenza pubblica per la vendita dei rami d'azienda di Piombino e Lecco". De Vincenti, spiega una nota, "ha preso atto che solo due delle offerte non vincolanti non sono complete nella documentazione secondo quanto previsto dal disciplinare di gara e che per le altre è stata avviata la fase di due diligence".

Dunque rimangono in pista due offerte anche se monche: quella del fondo svizzero Klesch, che vuole solo i laminatoi e non fa vedere i bilanci, e quella di Smc che, nonostante le nuvole nere che arrivano dagli Stati Uniti, chiede tempo per le pratiche bancarie.