Cultura/ARTICOLO

L'urban art invade Firenze la città toscana è tutta da riscoprire

Cinque artisti hanno scelto l’anonimato per diffondere e regalare la loro arte sui muri della città

/ Costanza Baldini
Sab 4 Aprile, 2015
Blub, L’arte sa nuotare

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Il primo artista che vi presentiamo nella nostra piccola “ricognizione” per le vie fiorentine non può essere che lui: Clet. Clet Abraham è l’artista francese diventato ormai celebre in tutto il mondo per i suoi cartelli stradali “modificati” in chiave ironica e dissacrante. Un’attività artistica che gli ha anche causato diversi problemi con la giustizia. Dopo dieci anni passati a Firenze l’artista ha recentemente voluto omaggiare anche il David con un cartello tutto per lui.

Qualche mese fa sui muri di Firenze è apparso un curioso omino con palloncino rosso spesso accompagnato dalle scritte: exit, fly away, love e lost. L'artista si firma “K” e ha chiamato il suo progetto “Exit Enter”. Il buffo omino è nato nelle città toscane ma è stato “avvistato” anche a Bologna e Napoli per volare poi anche a Napoli, Rotterdam, Bruxelles e Varsavia. Il successo dell’omino è stato così fulminante che c’è già chi è arrivato anche a tatuarselo sulla pelle.

“L’arte sa nuotare” è il titolo del progetto più romantico che vi proporremo in questa piccola rassegna. Le immagini di “Blub” così si fa chiamare l’autore portano sott’acqua quadri famosissimi come la Venere di Botticeli e la Dama con l’Ermellino di Leonardo da Vinci, Dalì o Dante, persino Giuseppe Verdi oppure star del cinema. Fornendo però a tutti sempre una pratica mascherina da sub. Il suo ormai inconfondibile celeste color del mare riesce a regalare un pezzetto di bellezza anche all’angolo più grigio di Firenze.

Se passate da via Guelfa a Firenze e sollevate lo sguardo verso l’altro non potrete non notare con stupore che la parete del Convento di Sant’Orsola è ricoperta da dollari ormai quasi tutti staccati da turisti e passanti curiosi. Tutta colpa di Vaclav Pisvejc l’artista ceco famoso anche per i suoi ritratti di politici e popstar alla “Bacon”, il quale si è fatto promotore di una campagna di sensibilizzazione verso le condizioni disastrose in cui versa l’edificio da anni. Trasformare il relitto di Sant’Orsola in un’opera di arte contemporanea ricoprendola del vile denaro che servirebbe a resturarla e riconsegnarla alla città.

L’ “ultimo arrivato” per le strade di Firenze è Inserra, il misteriosissimo writer di cui non siamo riusciti a scoprire nulla ha uno stile molto vicino al famoso artista londinese Bansky. Le sue opere sono infatti quasi sempre immagini che vogliono far riflettere sui problemi della società in cui viviamo con uno spirito acuto e implacabile.

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