«Sulla crisi del Maggio fiorentino, che è di tutte le fondazioni liriche italiane a causa del decreto Bondi, la Regione si è mossa nel modo più tempestivo ed efficace». Così Enrico Rossi, presidente della Toscana, in relazione alle attese per le nomine dei rappresentanti del cda del teatro fiorentino.
«Abbiamo attivato immediatamente – sottolinea - un contributo aggiuntivo straordinario di 500mila euro , abbiamo risposto con immediatezza alle richieste di incontro avanzate dalle organizzazioni sindacali aziendali e di categoria invitandole a Palazzo Strozzi Sacrati, siamo stati presenti alla manifestazione nazionale di Roma contro l'operato del governo e lunedì prossimo approveremo in giunta il ricorso alla Consulta contro il provvedimento del governo. Siamo infatti convinti che esso leda, in una materia che non è di competenza esclusiva dello Stato, i poteri delle Regioni ed è per questo che inviteremo tutte le amministrazioni regionali coinvolte a battere con noi questa strada. Tutto questo è il segno evidente di un impegno forte e concreto».
Per quanto riguarda le nomine nel Consiglio di amministrazione dei rappresentanti degli enti locali, prosegue il ragionamento di Rossi, spettano al Comune e al Consiglio regionale: «La giunta regionale – conclude Rossi - esprime pareri che vengono comunicati all'organismo competente, la presidenza del Consiglio regionale. Ritengo doveroso in questa, come in altre analoghe occasioni, il rispetto dei corretti rapporti istituzionali, che non è solo rispetto formale, ma riconoscimento delle attribuzioni statutarie».