Made in Toscana/ARTICOLO

Manifattura toscana 2015 in stallo Bene le grandi e medie imprese

Il report, stilato da Unioncamere Toscana, evidenzia un -0,9% nel primo trimestre 2015 rispetto allo stesso periodo di dodici mesi fa

/ Redazione
Ven 31 Luglio, 2015
Manifattura Toscana

Un calo che sfiora il punto percentuale, anche se con diverse sfumature per dimensione e tipologia di produzione. Il primo trimestre del 2015, analizzato da Unioncamere e Confindustria Toscana, segna per la manifattura della Toscana un -0,9% dovuto ad netto calo della produzione per le aziende con meno di cinquanta addetti, anche se pure altri indicatori mantengono per lo più un’intonazione negativa, a partire dal grado di utilizzo degli impianti, in calo al 77,4% dopo il 78,5% del corrispondente trimestre del 2014.

Il fatturato complessivo fa segnare un calo di entità analoga a quello dei livelli produttivi (-0,9%), interamente determinato dal mercato interno nazionale: infatti, dopo la battuta d’arresto del trimestre precedente, torna a crescere a ritmo sostenuto la componente estera (+2,3%).

Sono soprattutto le grandi imprese, con 250 addetti e oltre, a mettere a segno nei primi tre mesi dell’anno una positiva crescita della produzione, pari a +2,8%, cui si accompagna un ampliamento degli organici aziendali di notevole entità, che si traduce nell’incremento occupazionale (+5,1%) più elevato dalla fine del 2007.

Le piccole imprese manifatturiere (quelle tra 10 e 49 addetti) continuano invece a mostrare evidenti criticità, con cali tendenziali sia in termini di produzione (-2,2%) che di fatturato (-1,5%). Rallenta la caduta degli ordinativi (-0,8%).

Tra i settori di attività economica, di fatto, solo la farmaceutica (+7,9%) e – in misura più contenuta – il tessile (+0,6%), la cui produzione registra un segno “+” per il quinto trimestre consecutivo, si collocano stabilmente su un sentiero di crescita, mentre la maggior parte dei restanti comparti alterna a fasi di moderata espansione periodi di contrazione di varia intensità. Contengono invece le perdite il comparto alimentare (-0,2%) e quello dei metalli (-0,9%), e conseguono un risultato positivo il legno e mobilio (+0,5%), che arresta almeno temporaneamente la caduta dopo anni di pesanti perdite, la chimica, gomma e plastica (+0,4%), i minerali non metalliferi (+0,2%) e i mezzi di trasporto (+2,4%

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