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Manifesto dei Comuni toscani

Il documento per i candidati alla presidenza della Regione Toscana redatto dall'Anci

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
anci-toscana
Riforma del sistema di concertazione interistituzionale, un patto di stabilità territoriale - che attribuisca alle Regioni, d'intesa con le Anci regionali, la possibilità di rimodulare le regole del patto nazionale per rispondere alle specificità territoriali - un tavolo permanente di consultazione e monitoraggio della spesa pubblica dei diversi livelli istituzionali nel quadro dell'attuazione del federalismo fiscale, la costituzione delle Unioni di Comuni.
Sono alcune delle proposte contenute nel Manifesto dei Comuni toscani rivolto ai candidati alla presidenza della Regione e al Consiglio regionale, redatto dall'Anci Toscana dintesa con i Comuni stessi, presentato stamani a Firenze. All'incontro hanno partecipato i candidati Alfonso De Virgiliis, Monica Faenzi ed Enrico Rossi. Il Manifesto individua nove priorità per il rilancio economico e sociale della Toscana, per qualificare i territori e dare risposte alle esigenze di protezione delle comunità locali. (Vedi scheda)
"Dall'incontro di oggi - afferma il presidente di Anci Toscana e sindaco di Livorno Alessandro Cosimi - non ci aspettiamo che tutti i candidati siano daccordo con noi, ma certamente chiederemo loro un impegno a far sì che con il prossimo Governo regionale si possa concertare con gli Enti locali in modi coinvolgenti e decidere in tempi ragionevoli. Vogliamo innanzitutto evitare il rischio che al centralismo statale, nonostante i proclami sul federalismo, si affianchi una sorta di neo-centralismo regionale. Su questo Anci Toscana chiede a tutti i candidati di esprimersi sulla valorizzazione dei Comuni, così come recita l'art. 118 della Costituzione, sulla base dei principi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza".
La richiesta di dare centralità alla dimensione dei nuovi rapporti tra Regioni e istituzioni locali emerge anche dal documento-appello ai candidati alle cariche di presidente di Regione e di consigliere regionale approvato nei giorni scorsi dal Comitato Direttivo Nazionale su iniziativa delle Associazioni regionali dintesa con l'Anci nazionale.
Un obiettivo da perseguire, si legge nel documento, anche attraverso la previsione di un raccordo politico ed istituzionale stabile ed efficiente tra gli organi di governo della Regione e i rappresentanti politici delle Anci regionali su tutti i provvedimenti e le decisioni che intervengono su materie e funzioni di competenza ed interesse comunale, ferme restando le funzioni di consultazione fra le assemblee legislative e i consigli delle autonomie locali.

Scheda: Il Manifesto dei Comuni toscani
Ecco nel dettaglio i nove settori prioritari per il rilancio economico e sociale della Toscana, individuati nel Manifesto dei Comuni toscani.
Infrastrutture - Proseguire nel completamento delle opere nel settore delle infrastrutture viarie, riqualificare i servizi nella viabilità su rotaia, potenziare il sistema aeroportuale e marittimo.
Difesa del suolo - Anci sta predisponendo con Legambiente un Patto per il territorio per valorizzare le buone pratiche locali consolidate, nell'intento di uscire dalla logica emergenziale post-disastro.
Rifiuti solidi urbani - Affrontare con più determinazione la questione dei rifiuti.
Politiche abitative - La priorità di intervenire sulla legge 560/93 e sui limiti della legge 96/96.
Sicurezza urbana - L'obiettivo da perseguire la crescita del livello di qualità della vita dei cittadini.
Politiche di protezione sociale - Sostenere la ripresa economica e garantire la tenuta della rete di rapporti e relazioni sociali.
Politiche scolastiche - Non solo manutenzione e messa in sicurezza delle scuole, ma anche costruzione di nuovi edifici scolastici.
Politiche sui servizi pubblici locali - Costruire piani industriali su cui basare lo sviluppo dei servizi pubblici locali, al fine del superamento per i Comuni del duplice ruolo di controllati e controllori.
Rilancio del comparto commercio e turismo - I Comuni chiedono potesta regolamentare e, per quanto riguarda la distribuzione, di attivare un sistema di concertazione territoriale forte, oltre alla necessità di una forte connessione tra pianificazione commerciale e urbanistica.