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Maraviglioso Boccaccio: inno alla gioventù firmato Taviani

Il film presentato in anteprima a Firenze il 20 febbraio alla presenza dei registi e dell'attrice Jamine Trinca, sarà nelle sale italiane il 26 febbraio

/ Elisabetta Vagaggini
Ven 20 Febbraio, 2015
Maraviglioso Boccaccio

Un inno a ciò che di più bello c'è nella vita - l'amore, la gioventù, l'entusiasmo - che prende spunto uno dei principali testi della letteratura italiana trecentesca, il Decameron di Giovanni Boccaccio, ambientato nelle più belle location di una delle più belle terre al mondo, la Toscana. Gli ingredienti per fare di Maraviglioso Boccaccio un film molto bello ci sono tutti. Se poi ci si aggiunge che a firmarlo sono due maestri del cinema italiano e internazionale, Paolo e Vittorio Taviani, autori di Cesare deve Morire, La notte di San Lorenzo, Padre padrone e tanti altri titoli di successo, Maraviglioso Boccaccio ha tutte le carte in regola per essere considerato un film che segnerà una tappa nella storia del cinema.

Siamo nella Firenze del 1348, dove sta dilagando la peste. Un gruppo di sette ragazze e tre ragazzi decide di fuggire per rifugiarsi in una villa fuori città. Qui i giovani trascorreranno le giornate raccontando storie e novelle, che spesso trattano d'amore. Le novelle scelte dai Taviani sono cinque, ben interpretate da Lello Arena, Paola Cortellesi, Carolina Crescentini, Flavio Parenti, Vittoria Puccini, Michele Riondino, Kim Rossi Stuart, Riccardo Scamarcio, Kasia Smutniak, Jasmine Trinca e Josafat Vagni.

Storie che parlano dei sentimenti universali dell'uomo: l'amore passionale, l'amore paterno, l'amore filiale, la bontà e la cattivieria, il lazzo e lo scherzo, ricchezza e povertà, fortuna e miseria. Alla recitazione dei nomi noti fa da contraltare la recitazione di giovani attori, molti dei quali esordienti, che non sono sempre all'altezza della situazione ma che si fanno comunque apprezzare per freschezza e spontaneità. E da apprezzare sono soprattutto Paolo e Vittorio Taviani che, come sempre, sanno rischiare: nel mettere in scena un testo così bello, importante e difficile; nel dare un'opportunità a dieci giovanissimi attori; nel raccontare la voglia di ricominciare, ripartire, rinnovarsi dei protatonisti, nella quale loro stessi sembrano identificarsi. Se esiste una ricetta per rimanere sempre giovani nello spirito, i due maestri toscani, l'hanno senza dubbio trovata.

E' la vita che trionfa nel film, perché è dai giovani che dobbiamo ripartire. Ed è importante anche capire che si può fuggire, cercare una vita facile lontano dai problemi, ma poi è lì da dove siamo fuggiti che bisogna ritornare, perché è solo affrontando gli ostacoli che si può vivere una vita migliore. Così come faranno i dieci giovani protagonisti del Decameron e di Maraviglioso Boccaccio, decidendo, dopo dieci giornate di racconti e vita gaia, di tornare nella loro Firenze.

"Avevamo voglia di avvicinarci ai nostri giovani e a questo presente brutale che li esaspera – li conosciamo nelle nostre famiglie, li incontriamo nelle nostre strade o in giro per il mondo - hanno dichiarato i due registi. Improvvisamente e con violenza sono riemerse immagini, suoni di un progetto lontano e mai abbandonato: nella Firenze del 1300, sfigurata dalla peste, dieci giovani, sette donne e tre uomini, non vogliono cedere all’oscurità che li sta minando dentro e che toglie loro la voglia di vivere. Lasciano la città e si affidano alle forze della natura e della fantasia, con ostinazione, spavento, passione e allegria… Ieri come oggi, ecco. La peste può presentarsi con mille facce. Ma oggi per noi due in particolare - ne siamo stati subito convinti – si è maturato finalmente il momento dell’incontro con Boccaccio e il suo Decamerone. Un incontro che ci emoziona e di cui gli siamo grati".

A far da cornice a questo film, che forse poteva essere in certi punti più fluido, specie nei cambi tra una novella e l'altra, ma sicuramente da vedere e apprezzare, c'è una Toscana da sogno, immortalata da una maestria registica eccezionale. I paesaggi, le antiche case, le strade, i pavimenti in cotto, le scale in pietra serena, i coppi dei tetti, gli alberi, il vento che accarezza i prati sono elementi vivi del film, che a loro volta interpretano un personaggio che sta molto a cuore ai Taviani: la Toscana.

Le location sono il Castello di Spedaletto e Torre Tarugi a Pienza, i millenari Castello del Potentino, nel grossetano, Badia a Settimo e Villa La Sfacciata nel comune di Scandicci, Castello Romitorio a Montalcino e Palazzo Nobili-Tarugi a Montepulciano.