Una conferenza stampa-fiume, un'ora per tracciare un primo bilancio di fine legislatura e fissare gli ultimi grandi temi su cui lavorare prima del definitivo passaggio di consegne.
"All'insediamento del nuovo presidente della Regione Toscana - ricorda Claudio Martini - mancano circa ottanta giorni. C'è il tempo per concentrarsi su alcune grandi questioni ancora aperte". Su tutte la lotta alla crisi economica e sociale, l’impegno sulle infrastrutture e la ricerca di una condivisione di obiettivi a livello istituzionale, come ultimo lascito politico alla futura amministrazione.
Il presidente Martini delinea l’agenda delle prossime settimane e, soprattutto, spinge l’attenzione verso alcune problematiche che a suo parere non potranno essere disattese nei prossimi mesi, al di là dei segnali di continuità o discontinuità che emergeranno dal confronto elettorale. Insomma, diverse questioni spinose sul tavolo della politica, ma anche alcune proposte per questo fine mandato. Con alcuni risultati portati a casa con soddisfazione: “Penso soprattutto – ricorda il governatore – al programma regionale di interventi per la non autosufficienza, vero segno di grande civiltà, ai livelli qualitativi raggiunti dalla sanità toscana, all’approvazione del piano energetico, all’accordo con il governo sulle infrastrutture e al piano di dimagrimento del numero di consiglieri e assessori regionali”.
"Siamo ricordati soprattutto per il Social Forum e il Meeting di San Rossore" - afferma con un po' di ironia Martini -"ma sopratutto lasciamo un’amministrazione con un bilancio in salute e con il massimo Rating di Moodie's e Stanard&Poor”. Due, invece, i grandi rimpianti: “Non essere riuscito ad approvare la legge sui servizi pubblici e quella sull’edilizia sociale”.
Crisi economica: un “vertice” di sistema per fare il punto. Facendo spesso riferimento alla pubblicazione “Toscana 2000-2010”, un vero e proprio viaggio-resoconto in un decennio di governo regionale, Martini sottolinea il momento critico che sta attraversando l’economia toscana: “Dall’ottobre 2008 il nostro impegno è stato riconosciuto da tutti, anche dall’opposizione. Sono stati sedici mesi di intenso lavoro in cui abbiamo dato fondo a tutte le risorse a nostra disposizione per sostenere i distretti, le piccole e medie imprese e i lavoratori”. Il presidente ricorda i fondi impegnati per gli ammortizzatori sociali, gli interventi per facilitare l’accesso al credito e ai finanziamenti e lo sforzo per accelerare gli investimenti per lo sviluppo e la realizzazione delle grandi opere. "Abbiamo cercato di mitigare in questo modo – evidenzia Martini – gli effetti della crisi. Il quadro è ancora molto complesso, sono poche le situazioni effettivamente risolte, ma abbiamo provato a tenere unito il fronte anti-crisi. Penso che avremo difficoltà ulteriori nel 2010 e nel 2011, un biennio che sarà quasi la metà della prossima legislatura, su questioni come credito, occupazione, ammortizzatori sociali”.
Il governatore lancia così la sua proposta: organizzare a breve, come nel novembre 2008, un grande incontro tra istituzioni, sindacati, associazioni di categoria, università, centri di ricerca, fondazioni e banche per fare il punto sullo stato della crisi economica. “Voglio arrivare con la classe dirigente e le forze sociali di questa regione ad un giudizio condiviso sull’attuale contingenza storica da consegnare a chi verrà”. Un’azione che rilanci il valore del confronto tra tutte le parti sociali. “Non si può arretrare sul tema della concertazione e sul suo uso come qualcuno, da varie direzioni, vorrebbe far credere. La concertazione deve funzionare meglio, deve essere più decisiva e impegnativa, ma non può essere accantonata. Non ci sono alternative”.
Governo: varare il “pacchetto-Toscana” anti-crisi. Il 9 dicembre scorso il ministro dello sviluppo economico, Claudio Scajola, si è impegnato ad affrontare in modo organico tutte le questioni della Toscana in un “pacchetto” unico con cui offrire - in una griglia condivisa di priorità - risposte concrete alla crisi economica. “Vogliamo passare dalle dichiarazioni ai fatti – sottolinea Martini – entro la metà di febbraio”. I tempi stringono, anche perché “bisogna mettere nel conto che progressivamente nel 2010 e nel 2011 si esauriranno gli effetti degli ammortizzatori sociali mentre già si registra una caduta evidente del tasso di disoccupazione femminile, elemento per noi di grande amarezza”.
Confronto con gli enti locali sullo sviluppo del territorio. La terza proposta di Martini è rivolta a tutte le province, ai comuni-capoluogo e alle comunità montane, al di là delle appartenenze politiche. “Vorrei che tutto il sistema istituzionale si riunisse per fare un bilancio condiviso sulle politiche del territorio per sciogliere alcuni nodi relativi allo sviluppo dell’area metropolitana della Toscana centrale, ai problemi dell’agricoltura della Toscana meridionale e allo sviluppo della piattaforma logistica lungo la costa”.
Emergenza post-alluvione: per Martini un futuro da commissario? Per affrontare il disastro di fine dicembre, afferma Martini, servono ''centinaia di milioni'', una cifra vicina a 400, ma al momento ne sono stati stanziati 20 per tre regioni, Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna. Il presidente non nasconde la sua preoccupazione: “temo che ci troveremo a un punto in cui ci sarà un grande scarto tra i danni e le risorse a disposizione. I danni sono di varia natura (rifacimento degli argini, delle strade, indennizzi, restituzione di risorse a Comuni e Province) e ammontano ad alcune centinaia di milioni di euro, si tratta di una somma più vicina ai 400 milioni che ai 300. A fronte di questo, il decreto parla intanto di 20 milioni per tre regioni. So che si è trattato di un primo stanziamento, ma faccio fatica a immaginare che poi le cose vadano bene''. Per il governatore è una cifra ''minima'' anche perché ''per il disastro ferroviario di Viareggio, che ha visto purtroppo un numero molto alto di vittime, 32, ma danni limitati, ne sono stati stanziati 15''.
Martini ha affrontato il tema con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi nell'ultimo incontro a Roma, in cui è stata firmata l'intesa sulle infrastrutture.''Dal premier - ha detto - è emersa la necessità di capire meglio ma ho visto anche la tensione che c'e' sulle finanze locali''. Quanto alla possibilità che Martini sia nominato commissario per l'emergenza, il governatore spiega che ''non mi tiro mai indietro, ma bisogna vedere cosa si chiede al commissario, se ci sono gli strumenti e le risorse necessari per lavorare. Comunque, visto che l'emergenza coinvolge tre regioni, mi coordinerò con gli altri soggetti per avere una posizione comune''.