Cultura/ARTICOLO

Medioevo in Viaggio al Bargello: in mostra pellegrini, cavalieri e spose

Dal 20 marzo al 20 giugno per festeggiare i suoi 150 anni il museo fiorentino ospita un'esposizione dedicata ai viandanti medievali

/ Ilaria Giannini
Gio 19 Marzo, 2015

Il Medioevo era un mondo pericoloso e pieno di misteri: le distanze apparivano smisurate e mettersi in viaggio era davvero un’avventura, infatti ci si spostava solo per la salvezza dell’anima, per guerra o per affari.
A ricostruire le tracce degli antichi viandanti è la mostra “Medioevo in Viaggio”, ospitata dal 20 marzo al 20 giugno al Bargello di Firenze, che festeggia così i 150 anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1865 come primo museo nazionale dell’Italia.

Un percorso espositivo affascinante che lega insieme cento opere d’arte e oggetti di uso quotidiano, per ricostruire cosa voleva dire viaggiare nel Medioevo. Ecco allora le carte geografiche e i globi celesti che mostrano la rappresentazione del mondo dell’epoca, come la stampa realizzata per il Giubileo del 1500 dove l’Italia è vista dalla prospettiva di chi arrivava a visitarla dal nord Europa.

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Ci si metteva in cammino soprattutto per motivi di fede: in mostra si possono ammirare rarissimi esempi di calzature ma anche i reliquari e le insegne dei pellegrini, cioè le placchette che venivano cucite sui vestiti a seconda delle città visitate, come Santiago o Roma.
“Abbiamo raccolto oggetti preziosissimi non solo perché rari – spiega la direttrice del Bargello, Ilaria Ciseri – ma per la loro capacità di farci entrare nella quotidianità dei viaggiatori che affrontavano un’impresa ardua, per secoli l’esperienza del viaggio è rimasta immutata, Napoleone viaggiava con la stessa lentezza di Giulio Cesare”.

L’esposizione raccoglie anche l’equipaggiamento dei cavalieri e dei crociati, come le cotte di maglia e le spade, ma anche il ricco corredo nunziale delle spose che lasciavano la casa paterna per quella del marito, come splendide selle intarsiate in osso o pettini ricamati suntuosamente. Le custodie per i documenti, così ingegnose da poter essere chiuse a chiave, evocano invece gli spostamenti dei mercanti e dei messaggeri, mentre tra i codici dedicati ai viaggi troviamo le Cantigas de Santa Maria, dove si narranano le gesta di un cavaliere errante alla corte di re Artù.

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