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Mobilità urbana, la città sensibileLa scienza lancia i Big Data

Bolle in pentola il nuovo Rinascimento digitale. La rivoluzione è dietro l'angolo. Uso pervasivo dei sensori e tecnologie di comunicazione renderanno più semplice muoversi in città 

/ Redazione
Ven 10 Ottobre, 2014
big data

Il tassista di Pisa non è contento e si lamenta. Sono le 4 e mezzo del pomeriggio di un venerdì qualunque e la sua macchina in partenza dall'area del Cnr rimane “inspiegabilmente” intrappolata nel traffico del viale che torna verso il centro. La città della Torre pendente – a suo dire – ha ancora molto da imparare in tema di mobilità.

Curioso anche il fatto che a due passi dalle sue lamentele, all'auditorium del Centro nazionale di ricerche, si parli di come risolvere i suoi problemi ma anche quelli degli altri automobilisti. Sapere in anticipo dove sono i flussi di traffico. Dove trovare in poco tempo un parcheggio senza girare a vuoto.

La conferenza è intitolata Senseable City Lab. Sono in collegamento con l'Italia i ricercatori del Mit di Boston. L'obiettivo è comune: dare gambe, gomme e tutto quello che serve per facilitare al cittadino la mobilità del futuro.

Per gli scienziati che dialogano tra loro in tempo reale, una cosa pare assodata. La rete 2.0 è già superata. Il salto di qualità sono i Big Data che fanno la radiografia della città. Una mole sconfinata di dati che lancia nel mondo virtuale una miriade di informazioni su un solo argomento.

Alcuni esempi. I Big Data forniscono una guida personalizzata per evitare la folla a Venezia. Offrono una guida turistica attraverso l'analisi dei tweet. Lanciano la pianificazione urbana di Milano servendosi delle tracce digitali. Ma vanno messi a disposizione di tutti. Un cambio di paradigma radicale perché mette a disposizione di tutti i cittadini la fonte diretta dell'intelligenza scavalcando internet come lo pensiamo oggi. Oltre la rivoluzione 2.0. Oltre gli stessi smartphone e le loro applicazioni ora tanto in voga.

Basti pensare alle Google glasses, gli occhiali super-tecnologici che il gigante americano del web sta per mettere sul mercato. Occhiali che avranno dentro mappe digitali, videocamere, Gps, Big Data e altri ancora. Qualcosa di mai visto, nel senso letterale della parola. Ma si sta preparando anche la macchina che si muove da sola. Che si ferma allo stop e riconosce i segnali stradali.

Rimane il problema di fondo. Come insegnare al cittadino a fare la domanda più corretta ai dispositivi del futuro. Non sarà una cosa semplice imparare ad usarli. Senza parlare dei risvolti sociologici e psicologici di questo Rinascimento digitale. Ma questa è un'altra storia.