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Mukki apre ufficialmente ai privati Già pronti Granarolo e Alival

La decisione è stata presa all'unanimità il 16 gennaio scorso, ma ora è pubblica nel sito della società. Due i colossi del latte interessati alle quote societarie

/ Redazione
Mer 21 Gennaio, 2015
mukki

Mukki Latte apre ufficialmente all'ingresso dei privati. Lo fa con una decisione del consiglio di amministrazione presa all'unanimità nella seduta del 16 gennaio scorso dopo che l'assemblea dei soci aveva dato mandato. La decisione è stata resa pubblica nei giorni scorsi nel portale della società partecipata.

“L’Assemblea formalizza alla Società - si legge nella nota - esplicito mandato di procedere alla individuazione di una o più ipotesi di rafforzamento aziendale e di evoluzione possibile del capitale sociale, in linea alle diverse specifiche esigenze e volontà dei singoli soci. Il percorso individuato dovrà garantire la crescita ed il consolidamento dell’Azienda, inoltre tutelando il sito produttivo, gli attuali livelli occupazionali e la filiera agroalimentare toscana. Gli esiti del mandato saranno dunque oggetto della prossima Assemblea dei Soci”.

E poi si specifica: “Tutti coloro che, nello spirito della sopra riportata delibera, hanno proposte da sottoporre alla Società possono farlo". Attraverso questo indirizzo di posta elettronica: mukki@pec.mukki.it. Il tempo massimo di invio: venerdì 20 febbraio 2015.

Sono noti da tempo i movimenti di mercato intorno alla Mukki. Il colosso cooperativo bolognese Granarolo ha già bussato alla porta del Comune di Pistoia manifestando interesse per la quota del 18,4 per cento.

L'altro colosso del settore Alival, partecipato da un fondo europeo, non ha fatto mistero di essere pronto a scendere in campo. Fidi Toscana vuole vendere il suo 23,8 per cento. Il Comune di Firenze, che detiene la quota più importante, non ha problemi a seguire l'onda e liberarsi del suo 42,8.

La società Mukki, però, fa presente che ci sono dei principi da rispettare. Nessun problema alla vendita delle quote ai privati. Ma vanno conservati i posti di lavoro dei 170 dipendenti, va continuata la sinergia con i 1.000 allevatori dell'indotto, conservando la qualità del latte e portando nel mondo l'affezione al marchio industriale.