Musica/ARTICOLO

Musicus Concentus: intervista a Giuseppe Vigna

Dal 1972 uno dei principali enti promotori di eventi musicali in Toscana

/ Costanza Baldini
Lun 16 Dicembre, 2013
Nextech Festival - © Array

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Il Musicus Concentus è attivo dal 1972, dal 1992 con la messa a punto di Tradizione In Movimento ha spostato il suo campo d’azione a contatto con la scena legata al jazz e alla nuove musiche allargando successivamente la sua indagine a tutta l’attualità sonora. Basterà pensare ai nostri concerti del 2013 che hanno visto il passaggio di artisti tanto diversi tra loro: da una leggenda del free jazz europeo quale Peter Broetzmann a un duo di culto della nuova elettronica inglese come i Raime, da una presenza italiana come quella dei Calibro 35 a un nome tra i più in vista della club culture come Nina Kraviz. Ne parliamo con uno dei suoi più attivi collaboratori: Giuseppe Vigna.

Siete attivi dal molti anni sulla scena musicale toscana, tantissimi i progetti in attivo dal Nextech a Glorytellers, da Fosfeni a Piano Hour e Giovanisì Live. Quali sono le vostre attività principali?

La nostra attività annuale che prevede venticinque concerti è organizzata in differenti capitoli, dedicati ad altrettanti ambiti tematici. In questo modo ogni concerto viene idealmente contestualizzato e messo in comunicazione con gli altri. L’obiettivo è che i diversi capitoli interagiscano anche tra loro, per illustrare quella che crediamo una guida possibile alla musica e all’espressività contemporanee.

Negli ultimi anni avete organizzato moltissimi eventi, avete uno storico impressionante, quali sono quelli di cui siete più orgogliosi?

E’ difficile sceglierne uno; andando così a caso vengono in mente il primo appuntamento di Tradizione In Movimento al Teatro della Compagnia, con Lester Bowie; Cassandra Wilson in una calda estate in Piazza Ss.ma Annunziata, era il 1996; Caetano Veloso al Giardino Scotto a Pisa; il ricordo del chitarrista Jim Hall, scomparso da poco, quando suonò in Sala Vanni; la prima edizione e l’ultima di Nextech Festival; la prima volta al Teatro della Pergola, c’erano i Matmos; il primo appuntamento di Fosfeni a Cascina con i Pansonic; Herbie Hancock e Wayne Shorter al Teatro Verdi a Firenze; la prima volta in Italia dei cubani di Buena Vista Social Club al Tenax; Stefano Bollani in Sala Vanni; il ricordo dell’esperienza con l’Ort – Orchestra della Toscana insieme a Butch Morris, ma è solo l’inizio di una lista che sarebbe infinita.

Da anni svolgete anche una funzione di "ricerca" portando in concerto in Toscana nuovi nomi della musica contemporanea, quant'è difficile proporre qualcosa di nuovo o di diverso dal solito in Toscana? Com'è il pubblico toscano?

Come in Italia anche in Toscana negli ultimi anni si percepisce meno interesse, meno curiosità da parte del pubblico. La gente sembra rivolgersi alle realtà che conosce meglio, ha meno voglia di esplorare. Crediamo che il ruolo di chi organizza sia quello di stimolare l’attenzione, di avere lungimiranza per capire come si muove la musica e come muovere la gente verso questa musica. La realtà è diversa da pochi anni fa: il mondo – e il mercato – della musica hanno subito mutazioni profonde e radicali. Oggi è tutto libero e disponibile, ma anche senza guida per orientarsi. La speranza è che la quantità illimitata di informazioni sia usata dalle nuove generazioni nel migliore dei modi, e a giudicare dai tanti musicisti giovani e di valore che si affacciano sulla scena questo forse inizia a succedere.

Oggi chi fa musica ha moltissimi canali tramite cui proporsi: il web, i talent. Voi cosa consigliate a chi si affaccia sulla scena toscana? Come muoversi nella nostra regione?

Mi collego a quanto detto prima, mi pare che ci sia già una nuova scena di musica indipendente che sta riuscendo a mettersi in luce mostrando creatività e ispirazione, qualcosa che accade in generi differenti, dal jazz all’elettronica all’indie rock. Questo è facilitato dalle possibilità odierne, da tecnologie impensabili anni fa. Ancora una volta tutto dipende dalla determinazione, dall’urgenza espressiva, ma non c’è crescita completa senza esperienza a contatto con il pubblico, il live nei piccoli club; e il nostro compito è anche quello di creare le opportunità perché questo accada.  

Per informazioni:
http://www.musicusconcentus.com/