Il mutuo a tasso variabile non è mai stato così conveniente come in questi ultimi mesi. Chi quindi sta pensando di comprare casa dovrebbe senz’altro prendere in considerazione questa alternativa, sempre dopo aver provveduto a valutare i vari prodotti presenti sul mercato. A questo proposito, uno strumento molto utile è il comparatore SuperMoney per confrontare Mutuo Arancio con i finanziamenti per l’acquisto casa di Barclays, Cariparma e di tutte le altre banche monitorate dal portale in pochi clic.
Mutuo a tasso variabile: come si calcola la rata?
Innanzitutto occorre fare una premessa. Il tasso che permette di calcolare le rate di un mutuo a tasso variabile si ottiene sommando lo spread, ovvero la percentuale fissa di guadagno della banca, all’Euribor, un indice interbancario che varia tutti i giorni tra il lunedì e il venerdì. In parole povere, l’Euribor è uno dei parametri che indicano il costo all’ingrosso del denaro, ovvero a quanto le banche si prestano denaro fra loro, prima di farlo arrivare ai privati maggiorato dallo spread.
Partendo dal presupposto che lo spread rimane fisso, a determinare la maggiore o minore convenienza del mutuo a tasso fisso è proprio l’Euribor con le sue variazioni. Negli ultimi mesi, questo indicatore ha toccato i minimi storici, andando persino sotto lo zero. Ciò è dovuto anche al tasso di riferimento della Banca Centrale Europea (BCE), fissato da Mario Draghi allo 0,05% lo scorso settembre. Anche in questo caso si tratta del minimo storico da quando è entrata in vigore la moneta unica. Questo indicatore rappresenta il costo del denaro che le banche possono prendere in prestito direttamente dalla Bce.
I mutui a tasso variabile possono quindi essere indicizzati in base all’Euribor o al tasso BCE. Sebbene il secondo sia più stabile, dal momento che non varia di giorno in giorno ma solo quando la BCE decide di modificare la propria politica monetaria (attualmente è sempre lo stesso da settembre 2014). Tuttavia è proprio l’Euribor a presentare la maggiore convenienza al momento: l’ultima settimana di agosto, l’Euribor a 1 mese ha toccato il minimo storico del -0,1%, mentre prima di allora era a -0,09%.
Cosa comporta l’Euribor negativo?
Al momento di calcolare l’importo delle rate del mutuo a tasso variabile l’Euribor negativo va a sottrarsi allo spread. Se ad esempio si è acceso un mutuo variabile indicizzato all’Euribor a 1 mese con uno spread dell’1,5%, il tasso su cui andrà calcolata la rata mensile sarà 1,4% (1,5 Spread – 0,9 Euribor).
Una (cattiva) sorpresa anche per le banche, che non avevano mai pensato ad inserire nei contratti di mutui a tasso variabile una clausola che le tutelasse nel caso in cui l’Euribor fosse andato in negativo. Un “errore” prontamente rettificato a febbraio dell’anno scorso: chi quindi accende un mutuo a tasso variabile oggi non sarà così fortunato come chi ne aveva uno già in corso.
L’Euribor continuerà a scendere?
Al momento le previsioni sono parecchio ottimiste. Sembra quindi che l’Euribor continuerà la sua discesa ancora per un po’. In particolare, a causa dell’indice di inflazione a 5 anni molto basso, è che la Bce sarà costretta a continuare con il piano di Quantitative Easing, immettendo nuova liquidità nei mercati europei. Se così fosse si preannunciano tempi d’oro per chi sta pagando le rate di un mutuo a tasso variabile.