Si intitola “Il suicido dell’extravergine” il fumetto di Nicholas Blechman che denuncia la contraffazione dell’olio italiano. Pubblicate dal New York Times, le vignette stanno causando un danno di immagine incalcolabile anche alla Toscana, regione simbolo dell’extravergine di qualità e maggior esportatore italiano con quasi 500 milioni di euro.
Il 70% dell’olio toscano IGP è consumato proprio negli Stati Uniti, ricorda Coldiretti Toscana, che da anni denuncia la situazione descritta nel fumetto di Blechman. I 15 disegni dipingono la produzione italiana di extravergine come un covo di truffatori, protetti dal potere politico, che importano olio dall’estero (principalmente da Spagna, Marocco e Tunisia) da adulterare e miscelare con quello nostrano per poi spacciarlo come Made in Italy, in barba anche alle forze dell’ordine.
Secondo le vignette, nelle raffinerie italiane l’olio di oliva è miscelato con oli meno costosi e – dopo l’aggiunta di beta-carotene per mascherare il sapore e di clorofilla per dare colore – viene imbottigliato ed etichettato come extravergine Made in Italy.
“Purtroppo il New York Times denuncia una situazione che conosciamo bene tutti, politica compresa, ma a cui probabilmente non si vuole dare una risposta chiara – sottolinea il presidente di Coldiretti Toscana, Tullio Marcelli – una legge per la trasparenza e l’etichettatura c’è, è stata approvata dal Parlamento Italiano dopo lunghe ed estenuanti battaglie della nostra organizzazione che hanno avuto un momento importante anche a Firenze, alla Leopolda con la grande mobilitazione, ma Bruxelles sta tentando di insabbiarla”. La legge “salva olio”, approvata nel febbraio del 2013, contiene infatti misure repressive contro le frodi alimentari, ma attualmente non risulta pienamente applicata.
Dura la reazione anche del Presidente dell’Olio Toscano IGP, Fabrizio Filippi, il maggior consorzio di olivicoltori italiano. “Fino a che non capiremo che questo sistema è sbagliato, e che servono pene severe, il miracolo continuerà ad avverarsi puntualmente diventando purtroppo una brutta abitudine”. Ma Filippi è anche sicuro che il consumatore, se messo in condizioni, saprà selezionare i prodotti: “Il nostro olio non è solo italiano, è toscano al 100%, c’è un’etichetta chiara, evidente, un codice di tracciabilità che è sinonimo di serietà e di qualità. I consumatori possono stare tranquilli”.
In risposta alla denucia del NY Times, il Consorzio Olio Dop Chianti Classico ha replicato con un cartoon, utilizzando la potenza della rete. Il video è stato postato su YouTube.