Innovazione/ARTICOLO

Oimmei: da Livorno ‘Museum’ un’app per il museo del futuro

Intervista a Luca Finocchiaro cofondatore della startup toscana del Polo Tecnologico di Navacchio

/ Costanza Baldini
Lun 30 Ottobre, 2017
Oimmei

Oimmei è una startup toscana del Polo di Navacchio, in particolare livornese, specializzata in app per smartphone, in particolare per iOS e Android, Applicazioni Web e Siti Web . In collaborazione con la piattaforma ‘Muzeums’ hanno curato l’App MuseumNext per la conferenza di New York che si è tenuta il 14,15 e 16 Novembre 2016. L’App MuseumNext è un’app dentro un’app, ha tutte le informazioni per fruire di tutti gli eventi in programma, e il cuore e il motore di Museums.

Come nasce ‘Oimmei’?
Siamo quattro soci, ci siamo costituiti due anni  mezzo fa. Eravamo già amici, io e un collega ci conosciamo dalla prima elementare. Veniamo tutti da esperienze simili in ambito informatico, ma in aziende diverse. A un certo punto abbiamo deciso di metterci per conto nostro. Abbiamo fatto un anno da freelance con partita iva, dopo un anno ci siamo guardato negli occhi e abbiamo detto cerchiamo di costituire un’unica anima e così siamo nati come società. Ci siamo chiamati ‘Oimmei’ per ricordarci di non prenderci mai troppo sul serio, un po’ perché nella nostra zona le società di informatica hanno tutte nomi molto complicati, ma di innovazione ne portano molto poca.

A chi si rivolge Oimmei?
Noi ci occupiamo principalmente dello sviluppo di applicazioni mobile, ios e android, costruiamo anche piattaforme web complesso che hanno bisogno di una struttura robusta sotto. Ci rivolgiamo ad aziende ma anche a privati o startup che hanno un idea e hanno bisogno a un ‘braccio tecnologico’ per realizzarla. Per esempio abbiamo lavorato con una startup che a sede a Londra che si chiama ‘Museum’ e si occupa di contenuti museali ma in modo diverso, è una piattaforma web che ha due app (tutto realizzato da noi). Il museo paga un abbonamento mensile per essere all’interno di questa piattaforma e può caricare tutti i suoi contenuti, e costruire delle esperienze dal semplice tour guidato fino alla caccia al tesoro o ai quiz, delle esperienze customizzate sugli interessi dell’utente.

Altre app che avete realizzato?
Abbiamo creato una piattaforma che si chiama cibasty.it che fa incontrare domanda e offerta per quanto riguarda feste, inaugurazioni, battesimi eccetera. Funziona come un’asta, nel senso che l’utente spiega il tipo di evento che vuole realizzare e una serie di esercenti fanno delle offerte. Alla fine dell’asta l’utente decide il catering più adatto a lui. Una cosa carina che abbiamo fatto è un’applicazione che si chiama ‘Scuolabus’ che permette ai genitori di sapere quando e dove il bambino ha preso l’autobus con dei dispositivi bluetooth che si chiamano ‘Beacon’. Il bambino sale sul bus e il genitore può vedere tutto il tragitto da scuola a casa e viceversa. In questo moda ha la sicurezza che il bambino arrivi sano e salvo. Un nostro cliente importante di Livorno si chiama astegiudiziarie.it ed è il primo portale italiano di aste giudiziarie. Per loro abbiamo realizzato un’app e adesso stiamo facendo una consulenza perché a breve manderanno online il nuovo portale web.

Quindi non vi siete pentiti della vostra decisione?
Assolutamente no, anzi ci stiamo guardando in giro perché vorremmo espanderci anche all’estero. Siamo stati recentemente a Londra per capire come muoversi e prendere contatti. Fare questa attività sul territorio non è sempre semplice.

Il Polo di Navacchio come vi ha aiutati?
Siamo incubati virtualmente da febbraio scorso, diciamo che siamo nati con le nostre gambe, ma il Polo ci ha aiutato nell’organizzazione, nel fare rete, nel fare network, nell’essere presenti a eventi e quindi conoscere altre aziende, nel fare il business plan. Riconosco che il mestiere dell’imprenditore è per tanti ma non per tutti, di scogli ce ne sono tantissimi soprattutto in Italia quindi devi essere molto determinato e agguerrito.

Per informazioni:
https://www.oimmei.com/it/

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