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Olio: da Pisa un metodo low cost per combattere la contraffazione

I ricercatori dell'Università hanno messo a punto un sistema che in pochi minuti è in grado di rilevare se l'extravergine non è di qualità

/ Redazione
Mar 28 Ottobre, 2014

Arriva da un gruppo di ricercatori dell’Università di Pisa un nuovo metodo antifrode per testare l'olio extravergine di oliva, in modo più economico e veloce rispetto alle pratiche esistenti tanto che, in prospettiva, potrebbe essere usato direttamente nei punti vendita.
A idearlo è stato un gruppo di ricerca del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'ateno pisano coordinato da Valentina Domenici e composto da Donatella Ancora, Mario Cifelli, Carlo Alberto Veracini, Maurizio Zandomeneghi e Andrea Serani dell'oleificio SALOV di Massarosa in provincia di Lucca.

Il nuovo metodo si concentra sui pigmenti, che pur rappresentando solo il 2% del totale dei composti presenti nell'olio, sono fondamentali per testarne le qualità
organolettiche e rivelare le principali frodi e manipolazioni a cui può esser stato sottoposto. I casi più comuni di contraffazione sono il miscelamento con olio di semi di girasole, la cattiva conservazione in condizioni non ottimali di luce, calore e odori, e il riscaldamento, che di solito viene usato per eliminare quelle sostanze volatili che determinano un odore e un sapore sgradevole dell'olio stesso.

"Il nostro metodo – ha spiegato Valentina Domenici - permette di quantificare attraverso un processo matematico di deconvoluzione dello spettro di assorbimento UV-visibile, la concentrazione di quattro pigmenti principali dell'olio: luteina, feofitina-a, feofitina-b e β-carotene. Con pochi e semplici passaggi si inserisce l'olio in una celletta in quarzo e si acquisisce lo spettro che assume una forma caratteristica e fa subito capire subito se l'olio è stato contraffatto o meno. Bastano pochi minuti e si ha già il responso, mentre utilizzando le metodologie più costose, le uniche ancora contemplate dai regolamenti dell'Unione europea, ci vogliono in media uno o due giorni di lavoro in laboratori specializzati".

Lo studio che ha portato alla messa a punto della nuova metodologia è durato circa quattro anni, durante i quali sono stati fatti studi sia sull'invecchiamento che sui trattamenti termici a cui può essere sottoposto l'olio di oliva. I risultati di questa ricerca sono stati appena pubblicati sul Journal of Agricoltural and Food Chemistry.