Quando si parla di olio extravergine di oliva toscano la truffa è sempre dietro l'angolo. “In Toscana ci sono troppi ristoranti, troppe botteghe e agriturismi che non mettono in tavola il vero extravergine toscano. Facile speculare con i turisti su un prodotto di altissima qualità giocando sul marchio e confondendo il consumatore sull'origine di provenienza”. La denuncia viene dal presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli.
Il rischio è l'omologazione verso il basso dei sapori. Con l'aggiunta di una cattiva immagine della Toscana che scambia il meglio della sua produzione – e l'extravergine è il principe della toscanità - con qualcosa di taroccato, di più scadente. Da anni Coldiretti Toscana sta portando avanti una battaglia per tutelare il vero extravergine di oliva. Il fronte ultimo è fare attuare la legge salva olio, fortemente voluta da Coldiretti e già approvata a livello nazionale. Che vieta di trovare sul mercato etichette che richiamino territori quando le olive spremute provengono da altri territori. “E' una legge importante – spiega Marcelli- che introduce parametri di analisi fisiche, chimiche e gustative nuovi e consente di denunciare truffe che purtroppo nel mondo dell'olio si verificano molto di frequente”.
Due le caratteristiche principali di riconoscimento della qualità dell'extravergine: la denominazione IGP e DOP, e il prezzo che non può scendere sotto gli 8-9 euro al litro. E' bene dunque diffidare di oli toscani, ma anche italiani, venduti a un costo troppo basso. Occhio pure alle etichette sul retro della bottiglia. Guai a farsi ingannare dai marchi che evocano territori quando nei fatti l'olio viene da fuori Italia o, peggio, da fuori Europa, e non dai territori citati.
[it_video]