Con la legge 41 del 2016 nel nostro ordinamento è stato introdotto il reato di omicidio stradale. Un passo importante che la memoria delle vittime della strada attendeva con impazienza, tra queste anche quella di Lorenzo Guarnieri. Quello di Lorenzo è un nome che i fiorentini tengono bene impresso nel cuore. Era il 2010 quando uno scooter guidato da un uomo risultato poi positivo all’alcol e alla droga investì e uccise il neppure diciottenne Lorenzo nella zona del Parco delle Cascine. Dal dolore per la morte del figlio è iniziata per i genitori, Stefano e Stefania, una dura battaglia per fare in modo che l’ordinamento italiano prevedesse il reato di omicidio stradale. Quella legge 41 del 2016 è nata proprio per la volontà di questi due genitori che prima hanno fondato un’associazione in memoria del figlio e poi hanno avviato una raccolta firme che sei anni dopo, il Senato ha trasformato in legge.
Oggi che l’associazione Lorenzo Guarnieri compie sette anni, a pochi giorni da quello che sarebbe stato il venticinquesimo compleanno di Lorenzo, la loro battaglia segna un ulteriore punto a favore della giustizia per le vittime della strada. È stato firmato, infatti, un protocollo d'intesa tra Regione Toscana e procura generale della Repubblica di Firenze che mira a fare chiarezza su alcuni aspetti ancora controversi in merito agli accertamenti sanitari sui soggetti trovati in stato di ebbrezza e sotto effetto di stupefacenti. Ma soprattutto il protocollo favorisce la collaborazione tre forze in campo (dalle procure, alle prefetture, alla Municipale) per limitare il numero di incidenti per alcol e droghe e uniforma le procedure per le forze dell’ordine nelle loro operazioni di prevenzione e verifica coatta del tasso alcolemico e tossicologico.
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“Ritengo che la collaborazione con la procura – ha spiegato l’assessore regionale al Diritto alla salute, Stefania Saccardi - possa essere un modo giusto per dare alla legge 41 uno strumento ulteriore per funzionare ancora meglio. Tutta la tematica dell'omicidio stradale si fonda anche sulle modalità con cui le prove si raccolgono, si conservano e sulle procedure con le quali è possibile accertare il fenomeno della guida e dei sinistri compiuti sotto l'effetto di alcol o droghe. Avere individuato un iter, un percorso formativo anche con i nostri operatori prevedendo procedure anche coattive (previste dalla legge), per esempio all’interno dei Pronto Soccorso è un passo avanti concreto nel rispetto dei diritti delle persone ma anche nella garanzia di una corretta acquisizione delle prove".
I numeri. Stando al 17esimo rapporto Aci-Censis otre il 61% dei giovani tra i 17 e i 28 anni si mettono alla guida in situazioni di eccesso di alcol o sotto effetto di stupefacenti. Ancora più grave il fatto che un 3,4% decide di bere pur sapendo di dover guidare. Per quanto riguarda la Toscana, nel 2015, sono stati oltre 15 mila i sinistri con lesioni a persone: 247 i morti e quasi 21mila i feriti. La maggior parte delle vittime sono pedoni e conducenti e passeggeri a bordo di scooter. Proprio come Lorenzo.
“Adesso non manca niente” ha detto Stefano Guarnieri riferendosi al protocollo regionale redatto anche grazie alla sollecitazione dell’associazione che porta il nome del figlio: “Ci auguriamo che i controlli sulle nostre strade da parte di tutte le Polizie possano aumentare per disinnescare queste micidiali bombe armate (i guidatori sotto l'effetto di alcol e/o droghe, ndr) prima che facciano vittime innocenti come Lorenzo”.