Musica/ARTICOLO

Paletti in concerto al Controsenso "Ogni storia d'amore è originale"

Venerdì 3 aprile a Prato arriva in concerto il cantautore bresciano autore di "Qui e ora"

/ Costanza Baldini
Mer 1 Aprile, 2015
Paletti
Arriva in concerto al Controsenso di Prato Pietro Paletti che dopo il successo di "Ergo sum" torna sulla scena della musica pop italiana con "Qui e ora". Il cantante già bassista e voce dei THE R’S è passato da poco alla Sugar di Caterina Caselli. Paletti è autore di un cantautorato sincero in modo disarmante, canzoni spensierate ma anche impegnate in cui si mette completamente a nudo.
 
Caparezza cantava il secondo disco è sempre il più difficile, è stato così anche per te?
Porca vacca sì! Siccome c'è stato un periodo di silenzio, poi il contratto con la Sugar, poi ci sono state un po' di vicende personali, sono stato buono buono per un po'. Quindi riaffacciarmi al panorama discografico nostrano non è stata una cosa proprio semplicissima. Mi sono anche accorto di aver fatto un disco un po' rischioso perché al primo ascolto per molte persone risulta difficile. Poi se ne innamorano ma al primo impatto risulta un disco più riflessivo, più "scuro" sebbene siano pezzi pop. Ho lavorato sulla struttura non restando lineare come al solito. Questo è di sicuro il disco più da incubo che abbia mai fatto.
 
Quando uscì il tuo primo disco "Ergo sum" mi colpì moltissimo la copertina perché...
Buongustaia!
 
Aahahahahaa in realtà mi sono sempre chiesta se sia stata più incoscienza o coraggio
Nessuna delle due, era indicativo di quello che succedeva nel disco. Ci tengo molto alla coerenza anche se volevo provocare un po', lo ammetto. Volevo fare una copertina forte e ci sono riuscito perché ha fatto parlare molto anche in maniera obbrobriosa. Però ci stava perché con quel disco lì mi sono messo parecchio a nudo. E a nudo dovevo stare anche in copertina.
 
Invece sulla copertina del tuo nuovo disco "Qui e ora" c'è una clessidra, perché?
E' una clessidra nuda sopra non ci abbiamo messo vestiti, scarpe e cappellino, no scherzo. E' il simbolo del disco, il "Qui e ora" sta nel mezzo di quella clessidra. Da una parte c'è il passato, dall'altra c'è il futuro. 
 
Qui e ora è stato registrato nello studio FunkHaus di Berlino dove hanno registrato i Phoenix, com'è stato lavorare lì?
E' stata una figata colossale perché è un ambiente molto silenzioso appena fuori Berlino, in mezzo al bosco, una struttura degli anni '50. Non è accogliente, ma è tecnicamente impeccabile, piena di roba vintage molto figa, stanze bellissime che suonavano bene ovunque. C'era un'atmosfera magica perché ci siamo ritagliati una quindicina di giorni in totale solitudine lì dentro.
 
Mi ha sempre colpito il fatto che la tua musica sia un mix tra pop e tematiche importanti come per esempio "Barabba" o "La gente siamo io e te" uno dei pezzi del tuo primo disco, come ci riesci?
Ma perché sono un cretino fondamentalmente quindi riesco a ironizzare sulle cose pesanti. Bisogna stemperare un po' i toni secondo me, ci si prende troppo sul serio e io non voglio cadere in questo errore. Quello che canto è semplicemente una mia opinione poi può essere condivisibile o meno, quindi cerco di restare un po' neutro con quell'ironia che stempera un po' la serietà del tema trattato.
 
Uno dei miei pezzi preferiti dell'ultimo disco è "Avere te", mentre l'ascoltavo stamattina pensavo che non deve essere facile scrivere una canzone d'amore, è un tema universale, abusatissimo eppure c'è sempre qualcosa di nuovo da dire, o almeno te di certo ci sei riuscito!
Sai perché? Perché basta raccontare le cose vere. Quella canzone racconta pari pari quello che è successo a me. Dal momento zero ad adesso. E' stato l'inizio dell'amore che ancora oggi dura per fortuna e spero durerà per sempre con la mia donna. Quindi è la mia situazione vera, ho tirato fuori l'intimità di quello che è successo, anzi che sta succedendo come un po' in tutto il disco. Ogni canzone d'amore può diventare originale perché ogni storia d'amore lo è, basta essere sinceri e onesti.  

Non posso non farti una domanda sul pezzo "Valeriana e Marijuana" soprattutto perchè non so se lo sai ma la Toscana è la prima regione italiana che coltiva Marijuana a scopo terapeutico e la distribuisce gratuitamente ai pazienti.
Lo sapevo perché ho visto un sevizio delle "Iene" che ne parlava. Io sono favorevole anche allo scopo ricreativo della marijuana, non ci trovo niente di male. Sempre che sia coltivata in modo giusto e non sia troppo forte o non sia troppo chimica. Quella pianta che il grande Dio ci ha donato può svolgere sia uno scopo medico, cioè alleviare il dolore, dall'altra parte ha uno scopo ricreativo, di rilassamento. Ovviamente come tutte le cose non se ne deve abusare, non va usata in maniera scriteriata. Mi chiedo sempre il perché non sia stata mai legalizzata, ci deve essere qualcosa sotto. Perché l'alcol che fa vittime e rende più agitata la gente è legale quando invece una simpatica piantina verde così graziosa viene classificata come illegale quando è molto innocua.

In Barabba parli del "grande caos dell'universo", in generale mi sembra che tanti dei tuoi pezzi descrivano il sostanziale sbandamento della nostra generazione, cioè quella dei trentenni e quindi volevo chiederti che dobbiamo fare? Che cosa sarà di noi?
Non lo so neanche io. Io descrivo le mie indecisioni, le mie frustrazioni, le mie debolezze però io non so dove andremo a finire. Posso cercare di capire come vivere bene adesso ma non saprei dirti dove andremo a finire. Non me la sento però di pensare in negativo, secondo me è tutto normale quello che sta succedendo. Sta all'individuo singolo di inquadrarsi giusto nella situazione globale. Può essere anche una situazione di meda ma se ti comporti bene tu poi te la vivi bene. 
 
Allora seguirò questo consiglio!
Non so neanche se è un consiglio. Non c'è bisogno di allarmarsi secondo me, bisogna vivere molto il presente, non ha senso pensare troppo in avanti. Non possiamo controllare quello che succederà, viviamocela al meglio.

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