"È primavera... svegliatevi bambine alle Cascine, messere Aprile fa il rubacuor" cantava così Alberto Rabagliati, su musica e testo di D'Anzi-Galdieri, dai grammofoni di una Firenze che fu. E' così che la grande riserva di caccia dei Medici, passata poi ai Lorena che ne fecero il parco che oggi è il polmone verde della città, risuonò nell'immaginario di un'Italia che dagli anni dei "telefoni bianchi" s'appressava a quelli tragici della guerra, col nome di: Parco dei fiorentini.
CASCINE MULTICULTURALI: Quello dell'abolita "Festa del Grillo", dei concerti di musica pop, del fitness, biciclette e persino dello sport angloindiano per eccellenza, il Polo praticato da entusiasti cingalesi sul Prato del Quercione. Il parco delle Cascine, 160 ettari di verde nel cuore di Firenze, può essere anche il giardino della multiculturalità, dell'integrazione trai fiorentini che hanno ripreso a frequentarlo dopo alcuni anni di degrado, e le comunità di stranieri residenti nel territorio. Sono molte le etnie che frequentano gli spazi verdi delle Cascine, specialmente nei fine settimana di primavera ed estate. Su tutte quella che ha eletto a sua dimora stabile il più bel giardino pubblico di Firenze, o per meglio dire alcune delle sue zone come i prati che affacciano sul viale degli Olmi, l'arteria che collega Piazza Vittorio Veneto a Piazzale Kennedy, quella peruviana.
I PERUVIANI: Nel fine settimana, fin dal mattino, famiglie e gruppi di immigrati di nazionalità peruviana si ritrovano al parco dando vita a vere e proprie feste organizzate che durano l'intera giornata. Musica, balli, giochi organizzati, ma soprattutto libagioni. L'organizzazione è certosina e talvolta professionale, si notano infatti spesso venditori ambulanti (abusivi) di bevande alcoliche fresche. Ma è attorno al parco, nelle vie limitrofe specialmente nella zona di San Jacopino, che sono iniziate a fiorire attività commerciali (legali in questo caso) legate alla cultura peruviana, soprattutto ristoranti e rosticcerie. Attività che lavorano moltissimo nel fine settimana, confezionando anche cibi da asporto che le famiglie di origine andina portano sui prati dove si svolgono le festose riunioni. Il fenomeno dura ormai da alcuni anni, ma di recente ha assunto dimensioni maggiori, ma - così pare - meno problematiche.
IL DEGRADO CHE FU: Certo, ci sono ancora alcuni problemi di legalità, di convivenza, di rumore e schiamazzi, legati soprattuto all'abuso di bevande alcoliche. Nelle cronache recenti non mancano episodi di risse e aggressioni. Ma la situazione appare normalizzata rispetto al 2008, quando Firenze dovette assistere ad una vera e propria emergenza causata dal degrado attribuito alle "feste peruviane" alle Cascine. Nell'ottobre del 2008 una rissa tra peruviani portò all'omicidio di un giovane peruviano di nome Richard Chiurata. L'allora Prefetto De Martino emanò una serie di ordinanze che vietavano il "possesso in strada di quantità di sostanze alcoliche non compatibili con l'uso personale". All'indomani dei fine settimana infatti sui prati frequentati dalle comunità peruviane veniva puntualmente rinvenuto un vero e proprio tappeto di vetri infranti. Seguirono tensioni e polemiche, anche fra le autorità, con il Garante della Privacy che bocciò l'idea del Comune di Firenze di disseminare i luoghi strategici di telecamere di sicurezza per individuare gli abusi. A distanza di alcuni anni la situazione sembra migliorata, merito certamente dei maggiori controlli, ma probabilmente anche del procedere dell'integrazione. Probabile che le comunità di peruviani, le famiglie di immigrati, ormai a Firenze da alcuni anni, comincino a pensare alle Cascine, oltre che al parco dei fiorentini, come al loro Parco. Con conseguenze virtuose evidenti.