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Un flauto traverso intona le arie delle musiche di Benedetto Marcello che accompagnano le storie degli artigiani di San Casciano Val di Pesa. A suonarle è Simone Sani, restauratore, artista e artigiano, che dice rivolto alla telecamera "se fossi vissuto in Centro Europa avrei fatto di sicuro il musicista. Invece sono un restauratore e sono comunque molto contento del mio lavoro". La casualità, l'essere nati in posto e per questo aver visto scritto il proprio percorso di vita, legato agli antichi mestieri. E' questo il dato che viene messo in evidenza da Silvio D'Angelo nel corto Per caso, presentato allo Slow Movie Contest, prima edizione. Un po' a ricordare i "piccoli equivoci senza importanza" di tabucchiana memoria, libro nel quale si esprimeva l'impossibilità per l'uomo di scegliere il proprio destino, vittima com'è del caso.
E' così che "il simile", fabbro da sempre e depositario di oggetti ormai in disuso ma bellissimi, come una vecchia infiascatrice o una bicletta d'epoca, il maestro ceramista della Fornace il Gabbiano, uno scalpellino, un falegname, un restauratore, si raccontano nel corto Per caso, mettendo in evidenza il radicamento di ciò che sanno fare con il territorio del Chianti e in particolare di San Casciano, che è stato per loro determinante nella vita e soprattutto nel lavoro, portandoli ad una scelta obbligata e allo stesso tempo amata. Artigiani che oggi non hanno più apprendisti e i cui mestieri rischiano di scomparire.
Una bella prova registica per il giovane videomaker, laureato in comunicazione pubblica e libero professionista del settore, ancora alle prime prove dietro la macchina da presa.