Sviluppare una piattaforma robotica per trattare in modo non invasivo i tumori del rene e del fegato, utilizzando ultrasuoni focalizzati ad alta energia. È questo l’obiettivo del progetto Futura, finanziato dall’Unione Europea con 3 milioni di euro per tre anni e capitanato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, alla guida di un gruppo di università, centri di ricerca e aziende europee tra cui l’ateneo inglese di Dundee, dove è attivo il gruppo di Andreas Melzer, coordinatore medico del progetto e riconosciuto a livello internazionale come opinion leader per le tecnologie mediche in radiologia interventistica.
Futura svilupperà un robot altamente flessibile per trattare i tumori addominali attraverso gli ultrasuoni, sotto guida ecografica, garantendo un’invasività minima per il paziente e una maggiore sicurezza. La flessibilità e la guida robotica permettono di indirizzare il fascio terapeutico degli ultrasuoni anche su organi interni mobili, altrimenti non raggiungibili con le tecnologie utilizzate ad oggi. Grazie alla focalizzazione e alla alta potenza degli ultrasuoni, la piattaforma robotica provoca la necrosi del tessuto tumorale, ovvero causa la morte delle cellule che lo compongono. In questo modo la lesione tumorale può essere trattata senza provocare danni collaterali ai tessuti sani, senza inserire aghi o bisturi e senza ricorrere alle tradizionali incisioni chirurgiche.
“I test su modello umano – spiega Arianna Menciassi, docente di Biongegneria industriale alla Sant'Anna e supervisore del progetto - inizieranno nei prossimi mesi, presso il centro di chirurgia sperimentale di Dundee. L’obiettivo è avere tutte le informazioni necessarie per garantire l'utilizzo della piattaforma in una reale sala operatoria nel più breve arco di tempo possibile.”