Riscoprire il pesce del mare nostrano. Farlo conoscere al maggior numero di persone. Tornare a cucinarlo e gustarlo nei ristoranti, a casa, nelle mense scolastiche. L'hanno definito “pesce povero”, ma è tutto fuorché povero. C'è chi lo chiama “pesce dimenticato”. Magari era vero qualche tempo fa, ma ora lo conoscono in tanti per le sue proprietà organolettiche. La Regione Toscana l'ha capito e ci investe sopra fondi provenienti dall'Unione Europea per promuoverlo.
“Non si tratta di pesce povero – precisa l'assessore alla pesca Gianni Salvadori – perché in realtà è ricco di sostanze fondamentali per il nostro benessere: Omega 3 e Omega 6. I prodotti ittici toscani sono stati per tanto tempo protagonisti delle tavole e delle ricette tradizionali, poi sono stati dimenticati per dare spazio ad altre specie che non provengono dai nostri mari e che quindi hanno un impatto ambientale molto più pesante”.
Ma i tempi ora pare abbiano cambiato verso. E grazie agli investimenti della Regione i toscani sono tornati a gustare il pesce a km 0. La conferma viene da Maurizio Acampora, pescatore della cooperativa Mare Nostrum di Viareggio, che ha sulle spalle oltre 30 anni di vita in mare. “La fase promozionale va avanti dal 1998 e posso dire con certezza che ora la vendita ai privati va bene. Il ruolo della Regione Toscana è importante. Le iniziative promozionali che mette in campo funzionano. Penso ai gruppi di acquisto, ai mercati a km 0, al progetto Vetrina Toscana che coinvolge i ristoranti”. Anche se i punti di ristoro vorrebbero il pesce tutto l'anno. “Esigenza difficile da soddisfare – fa notare Acampora – visto che le leggi della riproduzione naturale non si possono certo sovvertire”.
Ma la sfida per il nuovo anno passa dalle mense scolastiche. Nel 2014 la Regione ha intenzione di portare il pesce nostrano a scuola. Come? Avvalendosi di un incentivo dell'Unione Europea che prevede un rimborso da 50 centesimi a pasto per le scuole che compreranno il pesce direttamente dalle cooperative toscane. Un modo ingegnoso per riportare nel menù degli studenti toscani le bontà ittiche nostrane.
Rimane un problema. Il pesce toscano ha una lisca difficile da sfilettare completamente. E scatta il pericolo soffocamento perché potrebbe andare di traverso ai bambini a tavola. Le aree di sfilettamento in Toscana non mancano, ma le macchine per la lavorazione costano molto e le casse dei pescatori sono vuote. “Garantire il pesce senza lische è fondamentale per competere con il prodotto che viene dal mare Indiano e dal Pacifico”, chiude Acampora. E di sicuro un ulteriore aiuto comunitario in questa direzione non guasterebbe.