Si è tenuta venerdì 1° febbraio, presso la Sala Ferri del Gabinetto Viesseux di Firenze l'anteprima del Festival del Viaggio, ideato e organizzato da Alessandro Agostinelli. L'evento, intitolato Traveller show, organizzato in collaborazione con la Società Italiana dei Viaggiatori e il Gabinetto Viesseux ha proposto 3 racconti dal vivo di viaggiatori estremi e la presentazione del libro Il secolo lungo della modernità di Philippe Daverio, alla presenza dell'autore, della soprintendente del Polo museale fiorentino Cristina Acidini e della direttrice del Viesseux Gloria Manghetti, introdotti dal giornalista dell'Espresso Wlodek Goldkorn.
Il primo racconto è stato quello del fiorentino Alessandro Vergari, che attraverso un percorso di immagini fotografiche ha parlato del suo viaggio a piedi in Albania. Poi il maremmano Roberto Righetti, ha fatto un report del suo viaggio insieme ad altri esploratori per portare una vecchia 500 Fiat dalle piramidi d’Egitto in Etiopia. L'ultimo racconto è stato quell del calabrese Bruno Cardile, che con un equipaggio italiano ha portato una vecchia barca da regata, la mitica Stenlager 2, dall’Europa alla Nuova Zelanda, attraversando Oceano Atlantico e Pacifico.
Ma a scaldare l'auditorium è stata la presenza di Philippe Daverio che ha parlato del suo nuovo libro Il Secolo lungo della modernità (Rizzoli Editore) in un incontro alla presenza della soprintendente del Polo museale fiorentino, Cristina Acidini e alla direttrice del Vieusseux, Gloria Manghetti.
Il secolo lungo va da 1789 al 1914, quando è scoppiata la prima guerra mondiale: è in questo secolo - ha detto Daverio - che bisogna ricercare le origini di tutte le innovazioni dell'età contemporanea, nelle scienze come nelle arti. E' in questo secolo che è nato il sistema binario, che si è scoperta la penicilina, che gli artisti hanno rotto i canoni tradizionali, che è nato il cinema e tante altre invenzioni.
Il secolo breve, secondo la scansione data dallo scrittore Eric J. Hobsbawm, che va dal 1914, cioè dalla prima guerra mondiale al 1992, fino alla prima guerra balcanica, è stato un periodo di distruzione e catastrofi. "Il mio prossimo libro - ha annunciato Daverio - sarà proprio su "il secolo breve dell'ansia", dove metterò in luce tutte i vari aspetti, per lo più negativi, di quel periodo".
Dopo il secolo breve – ha detto in chiusura Daverio - sta probabilmente nascendo un nuovo secolo lungo, la cui nascita è possibile fissare al 1989, anno della caduta del muro di Berlino o al 1992 quando il presidente francese Francois Mitterand si è recato a Sarajevo, martoriata dalla guerra balcanica, per auspicare una nuova pace nel mondo. Un nuovo secolo lungo dove stanno nascendo idee e un nuovo dibattito filosofico, del quale siamo tutti testimoni e protagonisti e che non sappiamo quando terminerà
Cultura/ARTICOLO
Philippe Daverio a Firenze al Festival del Viaggio
Dopo "Il Secolo lungo della modernità", il mio prossimo libro sarà sul "secolo breve"

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