Piaceri Proletari è il nome che Matteo Torretti e Giulio Bracaloni hanno scelto per il loro progetto musicale. Il gruppo nasce tra i vicoli della Firenze popolare, quella lontana dai selfie e dalle gite organizzate. Il loro primo disco di “swing raccattato” unisce il folk alla canzone d’autore italiana tra Natalino Otto e Fred Buscaglione, tra Nicola Arigliano e Paolo Conte senza tralasciare l’immancabile Piero Ciampi. Gli arrangiamenti sono curati dal polistrumentista Simone Morgantini e dal resto della band, che vede Valerio Mazzoni alla tromba e al flicorno e Maurizio Costantini al contrabbasso. Il disco ha inoltre posto le basi per una proficua collaborazione con il cantautore calabrese Peppe Voltarelli, membro fondatore de Il Parto delle Nuvole Pesanti. Il disco è stato finanziato grazie a un progetto di crowdfunding ospitato dalla piattaforma kisskissbankbank.com, permettendo la raccolta di circa 2500 euro. Ecco la nostra spassosa intervista al famigerato duo!
Come vi è venuto in mente questo nome geniale?
Matteo: Il nome viene da una poesia che ho scritto e che per scherzo declamavamo con sottofondo musicale composto da Giulio. E’ nato tutto in modo estemporaneo durante un pic nic a Vicopisano, e da lì poi decidemmo di usare il titolo della poesia come nome del gruppo.
Vorrei chiedervi che cosa sono per voi i piaceri proletari ma ho un po’ paura della risposta…
Matteo: No, non è quello che pensi te (ridono). Sono i piaceri da poco, quelli che si possono permettere tutti. Il testo della poesia parla di alcuni pescatori lungo l’Arno, quello è un piacere da poco: pescare.
Forse anche la musica potrebbe essere un piacere proletario? Forse proprio il più proletario di tutti?!
Matteo: E’ uno dei tanti, dipende dalla musica.
Avete fatto un tour di concerti nei così detti “non luoghi”, un’idea geniale. Ma dove avete suonato di preciso?
Giulio: All’inizio siamo partiti dalle lavanderie a gettoni, abbiamo fatto una turnée di tutti i wash and dry. Poi abbiamo proseguito con le Poste, il sabato per il ritiro delle pensioni. Poi siamo passati ai sottoscala, e dopo ai benzinai, poi nei garages e poi abbiamo suonato nella Tramvia. Ma tutto questo senza chiedere mai soldi.
Matteo: E soprattutto senza chiedere il permesso.
Non vi hanno arrestati, cioè nessuno vi ha mai detto niente?
Giulio: No in realtà no, anzi una volta suonavamo nelle Poste e la direttrice è venuta a riprenderci con il cellulare. Il bassista era convinto che volesse chiamare la Digos invece poi ci ha fatto i complimenti, ci ha detto “Siete forti, mi siete piaciuti”.
Di sicuro i pensionati avranno gradito
Giulio: Sai i pensionati non si sbilanciano tanto, sono politicamente corretti.
Voi definite la vostra musica uno swing raccattato, cioè?
Matteo: L’idea dello swing raccattato è quella di fare lo swing delle grandi orchestre dell’epoca d’oro però con mezzi da poco. Con un organico ristretto, strumenti non eccellenti, e con uno spirito più da strada.
A questo disco ha collaborato anche Peppe Voltarelli giusto?
Matteo: Più che altro è stato un nostro promotore. Ci ha sostenuto molto, ci ha dato una grossa mano a livello psicologico, ci ha spinti. Poi è nata una collaborazione, abbiamo riarrangiato una parte del suo repertorio in uno spettacolo che raccoglie tutta la sua carriera che si chiama “La festa no”. Una summa dei suoi pezzi degli ultimi vent’anni. Abbiamo fatto la prima all’Alfieri a Firenze ed è andata molto bene, sold out. Con Peppe Voltarelli saremo in concerto il primo di luglio a Desio al Parco Tittoni, poi dal 4 al 6 di luglio a Praga.
Invece il 7 maggio sarete al Gasometro di Firenze per presentare il nuovo disco
Giulio: Un altro non luogo
Anche per questo concerto non avete chiesto il permesso?
Giulio: No, anzi non fare la spia, non lo dire a nessuno
Okay, terrò la bocca chiusa, come dicono nei film. Invece volevo fare una domanda a Matteo. In occasione del concerto fiorentino del cantautore americano c’è stato questo meeting Cody ChesnuTT- Piaceri Proletari, raccontaci un po’ com’è andata
(Ridono) Matteo: Allora è stata una cosa casuale, tutti pensavano che fosse stato preparato prima. Invece quando lui ha annunciato un pezzo che mi piaceva io ho fatto un urlo. Lui ha chiesto chi era stato, io ho alzato la mano e lui mi ha chiesto “vuoi cantare la canzone con me?”. Quindi mi sono ritrovato sul palco, ma è stato un caso. Oddio un caso fino a un certo punto perché io e Giulio abbiamo stalkerizzato Cody ChesnuTT in ogni concerto che ha fatto qui in Italia. Quindi prima o poi doveva succedere qualcosa. Ci piace molto e lo seguiamo un sacco.
Giulio: Lui spera di trovare delle belle ragazze sotto al palco e invece ci siamo sempre noi.
Ho visto che gli hai dato anche il vostro cd!
Matteo: Vabbè certo, me l’ero portato. In passato gli abbiamo regalato delle demo, questa volta gli ho dato anche il cd. Non so se lui li ha mai ascoltati.
Giulio: No ma a lui fanno comodo perché ha un mobile che ha una zampa che traballa, li mette sotto.
Speriamo che vi chiami!
Matteo: Era più per fare un regalo a un musicista che stimiamo, un gesto simbolico. Non credo che suoneremo con Cody ChesnuTT che vive tutta un’altra scena musicale. Però lo apprezziamo moltissimo.
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