Pianosa sarà rimessa a nuovo grazie al lavoro dei detenuti, che coltiveranno la terra e restaureranno gli edifici in rovina. Questo il progetto annunciato ieri dal ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, che ha siglato a Firenze con il presidente della Toscana Enrico Rossi un protocollo contro il sovraffollamento delle carceri.
Nel progetto, che prevede di recuperare e reinserire nella società fino a 300 detenuti con problemi legati alla tossicodipendenza, è inserito anche l’intervento su Pianosa, che vedrà impegnati a “restaurare” l’isola circa 80-100 detenuti.
''Al momento c'e' un investimento in lavoro; poi arriveranno anche soldi'' ha spiegato Cancellieri, precisando che la data d'avvio del piano non c'è ancora ma "apriremo un tavolo con il Comune per capire quando e come partire".
Pianosa non tornerà ad essere un carcere di massima sicurezza, com’era fino al 1998 ma, assicura Cancellieri, “riaprirà per il lavoro dei detenuti”.
Del resto già nel 2004 l’isola di appena 10 chilometri quadrati era tornata ad accogliere una decina di carcerati provenienti dalla struttura elbana di Porto Azzurro che svolgevano lavori di manutenzione, tra cui il ripristino di sentieri e strade.
L’intesa tra la Regione e il Ministero non si ferma al recupero di Pianosa, ma punta a migliorare le condizioni di vita nelle carceri. Oggi in Toscana ci sono circa 4.200 detenuti contro una capienza massima di 3.200 persone: il 31% in più. Con il nuovo accordo saranno 300 i carcerati tossicodipendenti che usciranno dai penitenziari di Pisa, Prato, Firenze, Lucca, Pistoia e Livorno per abitare in strutture residenziale ad hoc e partecipare al progetto di formazione e reinserimento lavorativo. Contemporaneamente il Ministero si impegnerà a non far entrare nelle carceri toscani altri detenuti che ne prendano il posto.
Tra gli interventi in programma anche l'adeguamento dell'Istituto a custodia attenuata per detenute madri di Firenze, per cui la Regione ha stanziato 610mila euro: sarà completato entro sei mesi e potrà ospitare fino a sei donne con i loro figli fino ai sei anni di età.