Ambiente/ARTICOLO

Pianosa, un team di geologi per salvare l'acqua sull'isola

A rischio la riserva idrica del sottosuolo. Da quattro anni i geologi dell'Università di Pisa e del Cnr tengono sotto controllo la falda (e l’unico pozzo)

/ Redazione
Mer 18 Aprile, 2018
Isola di Pianosa, acqua a rischio

«Oggi l'isola si regge praticamente su un unico pozzo vetusto, il solo superstite della trentina un tempo esistenti». A parlare è Roberto Giannecchini, geologo del dipartimento di scienze della terra dell'Università di Pisa. E l'isola in questione, bellissima e affascinante, è Pianosa. Molti la associano al carcere. Quello istituito nel 1856 dal Granducato di Toscana. Lo stesso carcere in cui fu detenuto anche Sandro Pertini e che poco più di quarant'anni fa fu trasformato in penitenziario di massima sicurezza prima di essere chiuso nel 2011.

Stavolta non è la colonia penale che c'interessa, bensì l'acqua. Non quella che, tutt'attorno, riflette le varie sfumature di blu e verde che solo certi mari riescono a offrire. Quest'isola dell'Arcipelago Toscano poco più grande di dieci chilometri quadrati e praticamente piatta - con un'altezza massima sul livello del mare di appena 29 metri - inaspettatamente, nel sottosuolo, ospita un'importante riserva idrica oggi purtroppo a rischio. Per tenere sotto controllo questa risorsa, d'intesa con il parco nazionale dell'arcipelago, un team di geologi dell'università di Pisa e del Cnr dal 2014 ha avviato un monitoraggio. Il team è guidato proprio da Giannecchini insieme a Marco Doveri (istituto di Geoscienze e Georisorse del Cnr). Insieme svolgono tre o quattro campagne di campionamento e misurazioni annuali sull'isola.

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Qual è il risultato? I prelievi, secondo l'ateneo pisano, dimostrano che il sovra-sfruttamento e la pressione antropica «hanno messo a rischio questa risorsa sia in termini di volume, sia per l'ingresso di acqua di mare e di contaminanti nella falda, in particolare nitrati, legati alle attività agro-zootecniche associate al penitenziario».

Secondo Giannecchini l'obiettivo «è quello di studiare il funzionamento di questo particolarissimo sistema acquifero, i suoi meccanismi di ricarica e la sua vulnerabilità rispetto allo sfruttamento e alla contaminazione del mare, grande nemica delle falde sotterranee, specialmente nelle aree insulari». Secondo gli studi effettuati la risorsa idrica di Pianosa è alimentata essenzialmente dalla poca acqua piovana che cade sull'isola e che trova un terreno permeabile per infiltrarsi e immagazzinarsi.

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