Il Palazzo Pretorio e il Palazzo Comunale di Pieve Santo Stefano rappresentano due edifici di grande valore storico ed architettonico. Collegati a squadra su due lati della Piazza, sono uniti da una loggia. Il palazzo Pretorio venne edificato alla fine del Cinquecento e reca sulla facciata alcuni pregevoli stemmi robbiani. Esso fu eretto per essere la sede di vicariato dello stato mediceo. Fu gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruito nel pieno rispetto delle sue forme originali nel 1950. Il palazzo comunale, rovinato anch’esso durante l’ultimo conflitto, ha un’origine più antica. All’interno vi si conserva una bella pala in terracotta invetriata con Cristo e la samaritana al pozzo di Girolamo e Luca della Robbia il Giovane, datata al 1521. Alla fine del Novecento, alcuni ambienti del Comune sono stati dedicati ad una raccolta molto particolare, che non ha omologhi in Italia. Si tratta dell’Archivio nazionale Diari e delle Memorie Epistolari, nato grazie all’intuizione del giornalista e scrittore Saverio Tutino. Nel 1991, dietro iniziativa del Comune di Pieve Santo Stefano, è nata la Fondazione Archivio Diaristico Nazionale, trasformatasi in Onlus. La raccolta conserva e mette a disposizione del pubblico scritti di memorie private, una fonte documentaria che ha attirato a Pieve moltissimi studiosi e giornalisti anche stranieri, tanto da meritare a Pieve Santo Stefano il titolo di Città del Diario. Ogni anni nel bellissimo borgo valtiberino si svolge il Premio Pieve a cui possono partecipare tutti colori che inviino all’Archivio diari, lettere, carteggi, taccuini e tutto ciò che possa essere considerato testimonianza di vita vissuta. I testi selezionati dalla commissione incaricata, vengono inseriti nell’Archivio per poi essere messi a disposizione degli studiosi
Cultura/ARTICOLO
Pieve Santo Stefano, città del Diario
In Valtiberina in visita all’Archivio Nazionale ideato da Saverio Tutino
