Dal 1° settembre è attivo nelle zone di area vasta Firenze-Empoli-Prato-Pistoia il piano straordinario di controlli dei tecnici della prevenzione nelle aziende cinesi. Sono stati decisi dalla Regione dopo l'incendio alla fabbrica-dormitorio "Teresa Moda" che poco meno di un anno fa uccise nel sonno sette operai che lì lavoravano, mangiavano e riposavano.
Un incontro all'auditorium del consiglio regionale a Firenze che ha permesso di fare il punto della situazione. E il presidente della Regione Enrico Rossi ha voluto ascoltare i racconti dei tecnici della prevezione. Li abbiamo intervistati anche noi di intoscana.
I RACCONTI DEGLI ISPETTORI
Elisa Tavantienti, 39 anni, Asl 11 Empoli, tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro
“Io sono in organico a Castelfranco di Sotto. Qua ci sono realtà imprenditoriali piccole: tomifici e abbigliamento. Spesso a conduzione familiare. Dal 1 settembre ne abbiamo controllate una 40ina. Le irregolarità riscontrate secondo il protocollo di riferimento concordato con la procura sono: promiscuità tra ambienti di lavoro e di vita, uso di bombole in sovrannumero, anti-incendi deficitari, fatiscenza degli impianti elettrici. Ogni tanto abbiamo trovato dei bambini nelle fabbriche, mai però stanze adibite ad una sorta di asilo nido”.
Jessica Buti, 37 anni, Asl 11 Empoli, tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro
“Io ho fatto i controlli soprattutto nella zona di Fucecchio. Le aziende dove sono stata trattano pellame. In tutto ne abbiamo visitate una trentina. Qui abbiamo riscontrato un alto rischio chimico. Gli operai spennellano con il mastice i vari pezzi di pelle senza capire che l'uso di quella sostanza senza mezzi di aspirazione localizzata rende il lavoro pericoloso per la salute. Ho trovato anche qualche dormitorio. Gli operai mettono mano agli impianti elettrici con troppa disinvoltura. In un'azienda mancava la terra. Ancora. Spesso le pulegge delle macchine da cucire erano senza karter. Scarso l'igiene sia nei laboratori che nei bagni non distinti per sesso. Spesso ho trovato dei documenti di valutazione del rischio che erano dei semplici copia&incolla di altri fogli”.
Luigi Menali, 28 anni, Asl 4 di Prato, tecnico della prevenzione nei luoghi di lavoro
“Io ho controllato 300 aziende tessili. La situazione riscontrata è molto preoccupante. Pochissimi erano in regola. Ho trovato molti dormitori, cucine, bambini nelle fabbriche. La reazione al nostro arrivo è di stupore. La sensazione è che non fossero abituati ai controlli. E poi c'è il problema delle chiusure e delle aperture improvvise. Andiamo da un'azienda e ne troviamo un'altra perché non è corrispondente alla visura della Camera di commercio. E' successo nel 10 per cento dei casi”.
ALCUNI DATI
I controlli previsti nei tre anni (2014-2016) nell'area vasta interesseranno in tutto 7.700 aziende (di cui 4.000 a Prato); i neo ispettori assunti sono 74; il costo sostenuto dalla Regione per il piano straordinario, coordinato da Renzo Berti, è di 13 milioni di euro. Al momento sono quasi 500 le aziende controllate, con un ritmo di uscite raddoppiato dall'inizio di novembre.
La situazione più difficile riscontrata è stata a Prato, dove su 154 ditte controllate - con 32 imprese chiuse e 120 dove qualcosa non andava – ventisei erano a posto. E soprattutto tra le aziende che ancora non hanno ricevuto visite in 147 hanno avviato l'iter per aderire al patto per il lavoro sicuro, con cinquanta che lo hanno già firmato.
IL PRESIDENTE ROSSI
"Sogno una Toscana – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi - con un distretto delle confezioni come quello pratese forte e competitivo, ma dove ci sia rispetto per i lavoratori e la sicurezza nelle aziende e dove naturalmente si paghino le tasse. Che vale per le ditte cinesi ma anche per gli italiani". Una sfida, ammette il presidente. "Ma una sfida che possiamo vincere".