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Porta Nord, addio al Battistero: il Museo dell'Opera la nuova "casa"

Il capolavoro del Ghiberti sarà trasportato dall'Opificio delle Pietre Dure, dove è stato eseguito il restauro, a Piazza Duomo, nella notte di giovedì prossimo. Una copia (eseguita ad arte dalla Galleria Frilli) sostituirà l'originale del Battistero

/ Redazione
Mer 9 Settembre, 2015

Il Battistero di Firenze dice addio alla Porta Nord di Lorenzo Ghiberti che sarà collocata al nuovo Museo dell'Opera del Duomo di Firenze. Al suo posto troverà spazio una copia ad arte realizzata dalla Galleria Frilli. 

L'originale - che attualmente si trova all'Opificio delle Pietre Dure, dove è stato eseguito il restauro - verrà trasportato verso la nuova "casa" il prossimo giovedì 10 settembre, dalle ore 21, ora in cui prenderanno il via ufficialmente le operazioni per il nuovo collocamento.  Saranno necessari due viaggi, uno per ogni anta del peso di 4 tonnellate, a cui va aggiunto quello delle “gabbie” metalliche progettate per sostenerle e proteggerle, per un totale di circa 7 tonnellate a viaggio.

Il trasporto della Porta Nord avvenuto nel 2013 (foto Marco Mori)

 

Restaurata per la prima volta dopo 600 anni dalla sua realizzazione (grazie a fondi privati), l’intervento  sulla Porta Nord ha ottenuto dei risultati eccezionali, al di là di ogni aspettativa: sotto lo sporco e le incrostazioni superficiali di secoli è riemersa la splendida doratura originale presente nei rilievi scultorei delle 28 formelle, nelle testine di Profeti e Sibille e nel bellissimo fregio a motivi vegetali brulicante di piccoli animali.

Il capolavoro del Ghiberti è uno dei simboli del Rinascimento: lo scultore fu incaricato della realizzazione con il celebre concorso indetto nel 1401 dall'Arte di Calimala, nel quale Ghiberti ebbe la meglio su Brunelleschi. Il maestro lavorò alla Porta Nord dal 1402 al 1424, aiutato dal padre e orafo Bartoluccio, e da una serie di ragazzi di "bottega", tra cui il giovane Donatello.

La Porta che rappresenta le storie del Nuovo Testamento, riprende fedelmente lo schema di quella di Andrea Pisano con 28 formelle istoriate a cornice mistilinea , disposte in sette file di quattro, 14 per ogni anta. Nelle formelle in basso sono, invece, rappresentati i 4 Evangelisti e i 4 Dottori della Chiesa. Il telaio contiene, agli angoli delle formelle, 47 testine di Profeti e Sibille, sei per fila tranne l’ultima in basso che ne presenta solo cinque. Tra queste l’autoritratto del Ghiberti raffigurato con un  turbante. 

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