Per le piccole e medie imprese l’attuale contesto economico rappresenta una vera e propria sfida: sono in molti gli imprenditori che si prodigano nella costante ricerca di finanziamenti vantaggiosi, spesso approfittando della possibilità di porre i prestiti migliori a confronto, per riuscire ad ottenere una maggiore disponibilità di fondi da investire.
Per quasi 60 Pmi su 100 questo però rappresenta un problema “pressante”: la sempre crescente necessità di liquidità attanaglia le aziende, ma i dati riportati dal 2013 SME’s Access to Finance survey, il quadro generale del rapporto tra credito e Pmi nell’Unione Europea realizzato dalla Commissione di Bruxelles, riportano che le condizioni delle imprese italiane non sono migliorate.
I dati rappresentano una conferma di ciò che è ormai da anni sotto gli occhi di tutti. Le piccole e medie imprese nostrane, da sempre zoccolo duro e colonna portante del sistema economico italiano, arrancano e faticano a conservare il proprio dinamismo, soffrendo sempre di più le politiche conservative scelte dagli istituti di credito.
L’italia è scesa all’ottavo posto per peso industriale a livello mondiale (scavalcata dal Brasile), ed è difficile immaginare una sua possibile ripresa nel momento in cui le banche continueranno a tentennare sul credico alle imprese (soprattutto le piccole e medie), impedendone la modernizzazione e la crescita.
Il disagio di non poter accedere a prestiti appare inoltre in continua crescita: dal 9% del 2009 (sul 11% dell’Europa) al 14% del 2011 (contro una media europea del 15%), sino all’attuale 20%. La crescita del 150% è allarmante e rappresenta chiaramente il difficile rapporto che intercorre tra Pmi e Banche.
In Europa, il problema del credito affligge maggiormente solo Cipro (40%), Grecia (32%), Spagna (23%) e Slovenia (22%), mentre tra i Paesi di peso analogo al nostro le preoccupazioni in merito sono molto meno pressanti e piuttosto lontane.
Nei mesi antecedenti lo svoglimento dell’indagine, l’82% delle Pmi italiane ha avuto bisogno di denaro, sul 75% della media europea e tale disparità si perpetua da più di 4 anni.
In Italia il 16% delle imprese che avanza una richiesta di credito vede sistematicamente la propria domanda respinta, e l’1% si trova costretto a respingere le proposte delle banche perché insostenibili. Solo il 13% ottiene crediti, ma spesso per importi inferiori a quanto richiesto, mentre il 14% delle Pmi che avrebbe bisogno, non avanza nemmeno proposte.
I dati emersi svelano quindi una situazione drammatica, destinata a rimanere tale se non verranno operati cambiamenti significativi al fine di favorire le piccole realtà industriali, prima forza motrice del nostro Paese.