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Prestiti alle donne in caloLe quote rosa soffrono la crisi

Su 10 richieste di finanziamento ben 7 sono di uomini e per importi più alti: ecco come i prestiti alle donne subiscono maggiormente la crisi. La ricerca è effettuata dall'Osservatorio Supermoney

/ Redazione
Mar 3 Giugno, 2014
prestiti

Il ricorso al credito è una soluzione a cui fanno affidamento sempre più italiani, soprattutto per periodi di crisi come quello che stiamo vivendo. Trovare un prestito vantaggioso è sempre meno difficile grazie alle numerose offerte di banche e finanziarie, ma non sempre l’accesso al credito è uguale per tutti.

Già Banca di Italia nell’Indagine sui bilanci delle famiglie italiane ha parlato di una sostanziale difficoltà delle donne capofamiglia di ottenere prestiti a causa dei redditi inferiori rispetto agli uomini e ora una ricerca dell’Osservatorio SuperMoney, sito di comparazione online di prestiti, sembra confermare il trend secondo cui a subire maggiormente la crisi sono proprio le donne.

L’Osservatorio ha infatti analizzato tutte le richieste di finanziamento pervenute al portale da gennaio 2014 a oggi e ha scoperto che su 10 italiani che chiedono un prestito solo 3 sono donne. Gli uomini sono il 68% del totale e richiedono importi più alti dell’11%, ovvero 17 mila euro contro i 15 mila delle donne, indice di una maggiore difficoltà di accesso al credito.

Infatti, per riprendere i già citati dati di Banca di Italia, le donne guadagnano in media 1.400 euro contro i 1.800 euro degli uomini e possiedono meno beni durevoli, eppure sono solo questi i fattori differenziali più rilevanti. L’Osservatorio riscontra, per il resto, una sostanziale omogeneità sia nell’età media che nella provenienza geografica, così come identiche sono le finalità più frequenti per cui uomini e donne richiedono prestiti.

L’età media è tra i 49 e i 50 anni sia per gli uomini che per le donne e tra Nord, Sud e Centro Italia i dati non mostrano variazioni significative, se non per la Basilicata dove gli uomini chiedono gli importi più alti (27.268 euro) e in Valle d’Aosta, dove le donne si accontentano di quelli più bassi (8.800 euro). Anche in Toscana la situazione non varia sensibilmente, con una media maschile di 18 mila euro per gli importi richiesti e una media femminile di 17 mila euro.

Le finalità, come accennato, sono principalmente poter disporre di una maggiore liquidità, per ristrutturare casa (complici di questo, probabilmente, gli incentivi fiscali) e per acquistare l’auto. A incidere sulla differenza nell’accesso al credito, quindi, non restano che quei 400 euro di differenza in busta paga e probabilmente un residuo culturale ancora difficile a morire.

Secondo Andrea Manfredi, Amministratore Delegato di SuperMoney, la ricerca “dimostra che c’è ancora molto da fare nel nostro Paese per raggiungere la piena parità fra uomini e donne. Tuttavia, la maggiore difficoltà nell’accesso al credito non è un peccato originale del sistema bancario, semmai la spiacevole conseguenza del diverso regime di retribuzione dei lavoratori e delle lavoratrici”.

È importante, comunque, che gli istituti di credito svolgano il loro ruolo nell’accompagnare le donne nel loro sviluppo professionale. Penso non solo al credito al consumo, ma a tutti i finanziamenti dedicati all’apertura di un’azienda e alle iniziative per il microcredito – conclude Manfredi – Anche da queste passerà necessariamente il rilancio della nostra economia”.

a cura di Redazione Supermoney