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Quando l'industria è creativa Pisa, scacco matto alla crisi

La città della Torre Pendente è quinta a livello nazionale per la promozione di eventi. La cultura genera economia: nel 2011 "giro d'affari" da 740 mln di euro

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
Seconda in Toscana e addirittura quinta a livello nazionale. Fra i territori d’Italia in cui la cultura produce maggiore ricchezza, Pisa occupa un ruolo decisamente di primo piano: all’ombra della Torre, infatti, nel 2011 l’industria della cultura ha prodotto ben 740 milioni di euro pari al 6,9% di tutta l’economia provinciale, un dato superiore anche a quello di città come Firenze, Torino e Bologna e, a livello regionale, “battuto” soltanto da Arezzo, la provincia che detiene il primato nazionale. E’ quanto emerge dallo studio “L’Italia che verrà: industria rapporto 2012 sull’industria culturale in Italia”, realizzato da UnionCamere e Fondazione “Symbola”.

Nel dettaglio il 63% dei 740 milioni di euro prodotti dall’industria culturale pisana nel 2011 arrivano dalla cosiddetta “industria creativa” (architettura, comunicazione, artigianato e design). Il 33%, invece, dall’industria culturale grazie soprattutto all’altissimo livello raggiunto nella produzione di software, mentre le arti visive coprono il 3% del totale e il patrimonio storico-artistico l’1,2%. E soprattutto, l’industria culturale a Pisa dà lavoro a 15mila persone, l’8,8% del totale provinciale.

«Pisa si conferma nel Paese e in Toscana come una delle città con grandissimo impatto, anche economico, delle attività culturali ed il fatto è molto rilevante dato che si tratta di una qualità strategica per il futuro e per rafforzarla il Comune sta facendo investimenti senza precedenti, incrociando le politiche dell’Unione Europea – ha commentato il Sindaco di Pisa Marco Filippeschi –. Il piazzamento eccellente nella graduatoria di Symbola e Unioncamere è tanto più importante perché, nel caso di Pisa, non si possono contare a vantaggio settori economici come quello orafo di Arezzo ma valgono molto di più le attività di produzione e fruizione di cultura e dei beni culturali e di turismo di qualità e, quindi, questi dati dicono tanto delle nostre straordinarie potenzialità di sviluppo».