“E’ chiaro che la ripresa del manifatturiero e del turismo da sola non riesce in Toscana a far fronte al problema dell’occupazione e che sarà così anche nei prossimi anni. Ma non credo di fare un torto alla terzietà dell’Irpet se chiedo di capire meglio e di approfondire le analisi sulla performance del nostro manifatturiero. A che cosa si deve l’aumento della produttività che i ricercatori segnalano? Quanto è dovuto agli investimenti per l’ammodernamento e le nuove tecnologie? Un recupero della produttività basato solo sulla forza lavoro non garantisce una vera competitività. Se le risorse rifluiscono nella rendita la ripresa del manifatturiero non avrà un lungo respiro. Di questo dobbiamo discutere, faccia a faccia, con gli imprenditori e con le forze sociali”.
Così il presidente Enrico Rossi ha commentato alcuni passaggi del documento “Consuntivo 2011-Previsioni 2011-2012″ presentato oggi dall’Irpet a Villa La Quiete alle Montalve di Firenze. “L’anno scorso la Regione – ha proseguito Rossi – ha dimostrato serietà, ha proposto una finanziaria di recupero, di razionalizzazione, di lotta agli sprechi, quest’anno faremo una finanziaria per lo sviluppo. A questo è rivolto tutto il nostro PRS, ma la responsabilità di far fronte alla crisi chiama in causa tutti i soggetti, anche il capitale privato”. Contestando i terorici della “decrescita felice” (“Se mai ora siamo in una fase di crescita infelice – ha detto il presidente – durante la quale è sempre difficile la redistribuzione della ricchezza”) Rossi ha ricordato le drammatiche cifre relative all’occupazione: 100mila disoccupati, 35mila cassintegrati, altre 40mila senza lavoro nel prossimo futuro come effetto dei tagli sulla spesa pubblica, più la disoccupazione nascosta e l’”inferno degli scoraggiati”.
“Davanti a questo scenario ha proseguito – dobbiamo preoccuparci per la coesione sociale nella nostra regione. La nostra ossessione deve essere il lavoro”. Il presidente Rossi ha richiamato la necessità di agire con un “doppio passo”: partecipare e discutere tutto quello che si andrà a decidere a livello nazionale e nello stesso tempo “avere una nostra politica, che indichi la nostra risposta alla crisi, facendo cose che finora non sono state fatte e superando corporativismo, chiusure, municipalismo e tribalismo territoriale”. Il presidente Rossi ha ripreso i temi dell’ammodernamento infrastrutturale, da realizzare anche con capitali privati, della chiusura delle filiere produttive attraverso investimenti per lo smaltimento dei rifiuti, delle fonti energetiche come la geotermia, delle nuove forme di gestione e delle nuove forme di compartecipazione e auto-organizzazione dei servizi. “Sono certo che la società toscana – ha concluso – è disponibile a stare in sintonia con le istituzioni”.