Un nuovo sistema di diagnosi del Parkinson basato su un sistema sperimentale di sensori indossabili per il monitoraggio nel tempo della malattia è in partenza in Toscana. L’obiettivo è quello di curare la malattia dal vero inizio del processo patologico, circa 5-7 anni prima di quanto succede adesso. Lo studio, che si propone di standardizzare e validare il sistema di sensori, è frutto di una collaborazione tra la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, la neurologia dell’ospedale Apuane e il Consiglio Nazionale delle Ricerche.
“L’innovazione dello studio - spiega in una nota diffusa dall'Asl Toscana Nord-Ovest - sta nell'integrazione multidisciplinare di contenuti clinici, ingegneristici e statistico-epidemiologici, atti a sviluppare una strumentazione ergonomica e superleggera, coadiuvata da algoritmi intelligenti, per la misura quantitativa ed oggettiva del movimento degli arti superiori e inferiori”.
“La malattia di Parkinson - afferma il Carlo Maremmani, dottore di ricerca in discipline neurologiche-neurosensoriali presso il nuovo ospedale Apuane e coordinatore clinico delle neurologie che parteciperanno alla sperimentazione - è una delle più frequenti malattie neurodegenerative, che affligge circa l'1% delle persone sopra i 65 anni e seppure più raramente può colpire soggetti anche al di sotto dei 50 anni. Ad oggi - continua Maremmani - la malattia viene diagnosticata quando il processo patologico è già iniziato da circa 5-7 anni a livello del sistema nervoso. Durante questo periodo di tempo la malattia è presente ma è silente dal punto di vista motorio, solo dopo anni, progredendo lentamente, si manifestano i sintomi motori: inizia il tremore degli arti, il soggetto si muove più lentamente e la muscolatura diviene più rigida". A quel punto viene fatta la diagnosi, "ma sono stati persi 5-7 anni di potenziale trattamento farmacologico”.