Innovazione/ARTICOLO

Semifonte, archeologi al lavoro per svelare la città 'sommersa'

Una  squadra di studiosi italiani e polacchi ha avviato indagini con strumentazioni sofisticate sulla città della Valdelsa rasa al suolo nel 1202 dai fiorentini

/ Redazione
Mar 26 Settembre, 2017
Cappella di Semifonte, Barberino val d’Elsa

Dopo oltre 40 anni dagli ultimi studi archeologici si torna ad indagare sulle tracce dell’identità millenaria della città-mito di Semifonte in Val d'Elsa, distrutta dai fiorentini nell’aprile 1202. Una realtà socio-economica, in graduale estensione, che rischiava di gettare un’ombra lunga sulla città gigliata e per questo, mettendo in atto un pesante conflitto, i fiorentini che mal sopportavano il canto derisorio “Va Firenze fatti in là /Semifon divien città” intonato dai semifontesi, rasero al suolo la nemica valdelsana, dove risiedevano oltre 1200 persone.

Sotto il monumento-simbolo, la Cappella di San Michele Arcangelo, progettata e realizzata da Santi di Tito negli ultimi anni del sedicesimo secolo, che domina la Valdelsa con una cupola che riproduce in scala 1:8 quella di Santa Maria del Fiore sarebbero nascosti i resti di una potenza commerciale ed economica che generava opportunità, modelli di sviluppo e pullulava di vita. Conoscere e riportare alla luce la città fortificata che si estende e si sviluppa sotto il Duomo della Valdelsa e il borgo di Petrognano, nel Comune di Barberino Val d'Elsa, è l’obiettivo dell’inedita stagione di ricerche, ispezioni archeologiche e analisi geofisiche di portata internazionale

Da martedì 26 a giovedì 28 settembre, parte il progetto “Semifonte in Valdelsa, Città degli Alberti. Un mito medievale tra storia, archeologia pubblica ed innovazione metodologica”, promosso dai Comuni di Barberino Val d'Elsa, Certaldo e di San Casciano in Val di Pesa quale capofila del Sistema Museale del Chianti e del Valdarno Fiorentino, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio Regionale della Toscana, l'Università degli Studi di Firenze e le associazioni Amat (Associazione dei musei archeologici della Toscana), Pro Loco Barberino Val d'Elsa Gruppo Archeologico Achu, presieduta da Roberto Agnorelli, Rotary Club Valdelsa e il Consiglio Nazionale delle Ricerche di Roma. 

“È un importante progetto di rete che torna a studiare una delle aree archeologiche più ambite dagli studiosi, analizzate sin dagli anni ’60 – spiega il sindaco di Barberino Giacomo Trentanovi – un’impresa colossale che attiva collaborazioni e relazioni internazionali, archeologi italiani e polacchi delle Università di Firenze e Varsavia, condurranno insieme nel corso della settimana le ispezioni archeologiche attraverso l’utilizzo di  strumentazioni sofisticate e innovative come il georadar, utile a rilevare la presenza di accumuli di crolli o strutture sommerse nel sottosuolo”.

Le prospezioni per la diagnostica archeologica saranno condotte dai docenti universitari Guido Vannini e Andrea Vanni Desideri dell'Università degli Studi di Firenze, con la partecipazione dei colleghi dell'Università di Varsavia i docenti Andrzei Buko, Tomasz Herbic, e in rappresentanza del Cnr di Roma Salvatore Piro dell’Istituto per le tecnologie applicate ai Beni Culturali e gli studenti del Corso di Archeologia medievale e della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici. “Ci avvarremo di attività non tradizionali né invasive – spiegano gli archeologi - che si avvalgono dell'uso combinato di strumentazioni innovative per diagnosticare l'identità di un mito che da tempo attende di essere svelato”.

 

 

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