Enogastronomia/ARTICOLO

Sesta tappa: Reggio Emilia-Parma Attraversando la pianura padana

Prosegue il cammino dei pellegrini toscani, in un percorso che porta storia, cultura e sapori della nostra regione verso l'Esposizione Universale di Milano

/ Redazione
Ven 17 Aprile, 2015
reggio emilia parma la sesta tappa

di Kinzica Sorrenti

Ci sono viaggiatori che terminano la propria avventura dopo una o due tappe e altri che si riuniscono al gruppo Artusiano dopo una piccola pausa. Alla stazione di Reggio Emilia, dopo abbracci e strette di mano, il gruppo della sesta tappa verso EXPO2015 è pronto a partire.

Dall’inizio di questa avventura i camminatori hanno avuto molta fortuna, il sole ha sempre illuminato il loro cammino e anche oggi il cielo promette buon tempo. Il pellegrinaggio non è mai uguale, a volte si cammina in solitudine e il silenzio regna dentro e fuori per permettere alla mente di navigare verso orizzonti lontani, altre volte la voglia di conoscersi e di raccontarsi prendono il sopravvento, ed è così che il camminatore può perdere per un attimo la bussola. Qualche chilometro in più rispetto alla tabella di marcia non demoralizza gli Artusiani, che, anche se con qualche deviazione inaspettata, puntano a raggiungere Parma nel pomeriggio.

Ogni cammino che si rispetti è costellato di incontri, magari anche fugaci, per scambiare due parole o chiedere a qualcuno un po’ di acqua per allievare l’arsura. È così che i pellegrini hanno incontrato la signora Maria che ha aperto la propria casa e augurato ai passanti buon cammino, con la dolcezza tipica delle nonne.

Ogni nuovo giorno porta dei sapori nuovi, dei prodotti tipici da assaggiare. Per il pranzo al sacco tra Reggio Emilia e Parma i viaggiatori hanno gustato del lonzino di maiale affumicato del Casentino e bevuto del Chianti, sorseggiato da meravigliosi calici di fortuna. La necessità aguzza l’ingegno!

 

 

Dopo 30 km i pellegrini conquistano Parma e dopo una doccia, arriva il momento più godurioso di questa lunga avventura dalla Toscana a Milano: le cene nel segno di Artusi. Questa tappa vede l’incontro di mare e terra, di Michelangelo Rongo (del ristorante Aragosta a Livorno) e di Antonio di Vita (del ristorante Parma Rotta). Due uomini tutta pancia e cuore che preparano piatti ricchi di sapore, storia e passione. Il menù Tosco-Emiliano è composto da un entrée, focaccina casereccia con un tripudio di carciofi saltati, un piatto unico tipicamente Livornese, il Cacciucco, e infine il dolce più richiesto al ristorante di Antonio, il gelato al fior di latte, lo stesso latte usato per produrre il parmigiano.

 

Quando a tavola arriva il cacciucco preparato sul momento, i commensali di origine toscana prima si riempiono gli occhi di pesce, poi si guardano l’un l’altro, hanno individuato un possibile intruso e si confrontano fra loro: che ci fanno le mazzancolle? La ricetta tradizionale (che poi se vai a chiedere ognuno ha la sua versione del “tradizionale”) prevede le cicale, ma lo chef Michelangelo ci rivela il vero segreto di questo piatto: la cosa più importante è che il pesce sia fresco! Al mercato non hanno trovato le cicale e visto che il piatto richiede almeno un crostaceo hanno optato per le mazzancolle. Mistero risolto, anche stasera i pellegrini hanno scoperto qualcosa in più sulla gastronomia toscana e possono andare a dormire sereni, pronti per la settima tappa. Milano è vicina.

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