Arriva il libro “verde” della Regione dedicato alle politiche pubbliche di “sharing economy di comunità”, si chiama “CollaboraToscana”, e promuove progetti e idee basati sulla condivisione e la collaborazione. Il volume è stato presentato ieri a Firenze alla presenza dell’assessore regionale alla presidenza Vittorio Bugli, è scaricabile on line e propone raccomandazioni, linee guida, idee e possibili sperimentazioni, frutto di un percorso articolato di ascolto e di confronto iniziato oltre un anno anno e mezzo fa su vari temi come dei beni comuni, della biodiversità, delle cooperative di comunità, o della mobilità condivisa.
“Di sharing economy oramai si occupano quasi tutti - sottolinea Bugli -, ma a noi non interessa AirbnB o Bla Bla Car, che sono attori globali di cui si occuperanno soprattutto l’Europa e lo Stato e la Regione solo per qualche regolamento. La nostra attenzione si concentra su un altro tipo di economia collaborativa, attenta alla ricaduta economica ma anche all’impatto sociale e alla vocazione dei territori: una sharing economy che sceglie di cogestire servizi o coprodurre beni anziché solo condividere i mezzi e per cui ha senso e sono necessarie politiche pubbliche prima di un’azione regolatrice”.
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Tra gli esempi di economia collaborativa che il libro CollaboraToscana riporta ci sono l’esperienza del teatro povero di Monticchiello in Val d’Orcia, che vive da cinquantuno anni, e attorno a cui è nata una cooperativa di comunità. A San Casciano in Val di Pesa, nel Chianti fiorentino, l’economia collaborativa è invece servita a risolvere un problema di scarsi collegamenti tra le tante frazioni del territorio introducendo i trasporti su prenotazione offerti dalle associazioni di volontariato per raggiungere strutture sanitarie, andare a teatro o anche visitare un museo. A Rispescia, nel parco dell’Uccellina in provincia di Grosseto, il riutilizzo di un bene comune urbano ha portato alla rivitalizzazione di uno spazio coinvolgendo disabili, migranti e disoccupati, musicisti in cerca di un luogo dove esibirsi e disposti in cambio a dare lezioni di musica a chi altrimenti non se le potrebbe permettere, anziani pronti ad insegnare l’arte della terra. Un progetto pronto a coinvolgere anche un paio di banche, pronte ad emettere obbligazioni attraverso cui raccogliere i capitali per partire. A Campi Bisenzio, all’interno di bene confiscato alla criminalità, ha trovato casa invece l’emporio solidale “Fai da noi”, dove poter prendere in prestito utensili e offrire in cambio ore di volontariato civico e di impegno sociale.