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Siena capitale della cultura 2019, Rossi ci crede

Il presidente Rossi: «Il nuovo Prs volano della ripresa possibile»

/ Redazione
Mar 10 Dicembre, 2013
piazza del campo siena
«Per la candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019 dobbiamo fare lobbying e spenderci tutti insieme. E' una straordinaria opportunità non solo per la città, ma per tutto il nostro territorio. La Regione la sosterrà con convinzione». Così il presidente Enrico Rossi a conclusione dell'incontro tra la giunta regionale e gli amministratori locali senesi che si è svolto stamani nel complesso di Santa Maria della Scala. Nel corso del suo intervento il presidente ha fatto il punto sulla situazione economica e sulle politiche messe in campo dalla Regione. «Nel 2000 – ha detto Rossi - il Piano regionale sviluppo si chiamava orgogliosamente “La toscana del benessere”. Prendevamo consapevolezza di vivere una fase positiva per economia, territorio, ambiente, qualità della vita. Nel 2005, prendendo a tto che il benessere ci aveva appesantito, l'avevamo chiamato “Dinamismo”.

Ora partiamo da una crisi pesante che coinvolge tutto il paese e anche la Toscana. Cominciamo a capire – ha sottolineato Rossi - che il nostro, se non cambiamo marcia, può essere un futuro di declino. Dovremo indubbiamente fare politiche di contenimento spesa degli apparati pubblici, ma una politica di solo rigore senza sviluppo mi sembra una scelta miope». «Il rischio – ha proseguito il presidente – è di rimangiarci il poco di ripresa che stiamo ottenendo perché l'effetto dei tagli farà calare il Pil dell'1%. Un vincolo finanziario però costringe a cambiare i dati del sistema. Le politiche del Prs basate sul dinamismo avevano individuato il problema, ma dobbiamo aggiungere anche che senza un po' di conflitto non c'è dinamismo. Possiamo ad esempio provare ad avere una pubblica amministrazione che fa un buon servizio ai cittadini magari costando un po' meno. Accanto a questo abbiamo messo la vicenda della dimensione dei servizi e la necessità di stare dentro una dimensione europea. Mi spaventano le dimensione degli investimenti necessari, ad esempio per quanto riguarda l'acqua, ma dobbiamo trovare forme innovative di intervento. E' una riforma da fare – ha affermato Rossi -, così come vogliamo accogliere anche la sfida di un nuovo profilo istituzionale per la Toscana. Noi dovremo avviare dopo l'approvazione della finanziaria un ragionamento per aumentare l'efficienza degli enti, altrimenti, al prossimo giro di giostra, pagheremo in termini di consenso e credibilità presso l'opinione pubblica. La comunicazione fa molto, ma quello che conta è il prodotto, e i cittadini vedono e sperimentano il prodotto». «Presenteremo – ha ricordato il presidente - il Piano regionale di sviluppo e la rimodulazione dei fondi europei, che ci danno la possibilità di spendere in un paio d'anni circa 700 milioni. Qui passa un pezzo della ripresa possibile. Dobbiamo dimostrare di essere capaci di concentrarci di più su alcuni momenti forti della nostra realtà produttiva, individuando le questioni su cui concentrare il nostro lavoro per l'attrazione degli investimenti».

«Per quanto riguarda le Apt – ha continuato il presidente -, sono strutture che altrove hanno eliminato da tempo. Chi è che può pensare di intercettare le nuove borghesie colte del mondo a cui presentare le città d'arte e il territorio? Bisogna organizzarsi e a Shanghai, per esempio, presentarsi insieme. Sotto il profilo turistico ambientale dico meno doppie case, che costituiscono una rendita autodistruttiva e più recuperi e valorizzazioni. Questo cambio di passo è imposto dalle circostanze, ma soprattutto da quelle migliaia di giovani che non hanno lavoro e che non riescono ad affr ancarsi dalla famiglia. Bisogna fare un patto per concentrare sui giovani tutte le energie e le risorse disponibili dei prossimi 5 anni. Un progetto aperto a tutti, istituzioni e forze sociali e dell'imprenditoria. Se non diamo alle generazioni la possibilità di giocare la propria partita non ci sarà crescita». L'ultimo passaggio del suo intervento il presidente lo ha dedicato alle infrastrutture: «Ci sono tagli sulla Grosseto-Fano e sulla Tirrenica; abbiamo il problema dell'ammodernamento della Firenze-Siena. Bisogna trovare un modo per trovare le risorse battendo anche altre strade, come il project financing o il pedaggio finalizzato, altrimenti – ha concluso - il sistema infrastrutturale toscano tra cinque anni rischia di collassare».

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